Partite di serie A in chiaro in tv, ecco perché la Lega dice no. Via libera alla Serie C visibile per tutti

Partite di serie A in chiaro, ecco perché la Lega dice no
di Emiliano Bernardini
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Venerdì 6 Marzo 2020, 23:03 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 14:20

«La trasmissione in chiaro della Serie A costituirebbe un bellissimo segnale verso tutti gli italiani, ma anche un modo per limitare i disagi associati alle misure di contenimento in essere per il coronavirus e, addirittura, di cooperare attivamente al raggiungimento delle loro stesse finalità». iIntanto, da oggi e fino al 3 aprile le partite di calcio della Serie C saranno disponibili in chiaro sulla piattaforma di Eleven Sports. Lo rende noto la Lega Pro. Il presidente Francesco Ghirelli ed Eleven Sports Italia, infatti, hanno firmato oggi un accordo che dà la possibilità agli italiani di assistere gratuitamente e in diretta streaming alle partite di calcio delle 60 squadre di Serie C. La RAI, che trasmette in diretta televisiva le partite di Serie C del posticipo del lunedì sera, ha dato la sua piena disponibilità all'operazione.

Coronavirus, il ministro Spadafora chiede la trasmissione in chiaro delle partite di serie A. La Lega: «Non si può»

La lettera inviata dal ministro dello sport, Spadafora alla Figc (che ha dato un sì di massima) e alla Lega di A al momento è destinata a fare più rumore che altro. Serve un decreto ad hoc per superare una legge che non consente di allargare la visione di eventi i cui diritti tv non sono stati venduti (Sky e Dazn hanno solo quelli pay) evitando così alla Lega di A tutta una serie di contenziosi che inevitabilmente si creerebbero tra cui quelle legate alla violazione delle norme Antitrust. Eh già perché ad esempio la Rai si sta facendo sentire, sostenendo che è lei che fa servizio pubblico e copre tutto il territorio: «Raggiungiamo il 99,87 per cento della popolazione». Anche a Mediaset (ha già minacciato la Lega a non compiere scelte che possano rivelarsi discriminatorie) e a Discovery più di qualcuno ha storto il naso. Motivo? Molto semplice perché con l’evento in chiaro va considerato anche l’indotto dell’enorme concentramento di pubblicità. Basti pensare ad un grande evento come Juve-Inter quanta ne possa attrarre. Sky non ha titolo nella scelta perché possiede soltanto i diritti pay e non in chiaro. Già nei giorni scorsi aveva dato la sua disponibilità a trasmettere su Tv 8 la gara Juve-Inter. Ma fu un nulla di fatto sempre per la normativa. Non solo le altre tv perché la Lega sarebbe inondata di cause dai club che non hanno venduto i loro diritti in chiaro. Ecco perché la Lega ha risposto con un parere che in sintesi dice «Nonostante si possano assolutamente comprendere le ragioni della richiesta pervenuta, il quadro normativo vigente e gli obblighi contrattuali già assunti dalla Lega non consentono di potervi aderire». Una decisione, sicuramente ammirevole, che però arriva sull’onda della spinta del pubblico e del pressing politico degli ultimi giorni. Prima l’interrogazione con carattere di urgenza della senatrice Daniela Sbrollini, poi la richiesta dei deputati di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, Paola Frassinetti e Federico Mollicone. 



PERDITE PER 29 MILIONI
La situazione è complicata soprattutto per le squadre che sono in pressing sulla Lega. Senza soldi della biglietteria restano solo i diritti tv. Su i club c’è già la spada di Damocle dell’Antitrust che ha chiesto la restituzione dei soldi dei biglietti ai tifosi e una quota dell’abbonamento agli abbonati. Ingenti i danni economici. Secondo uno studio di calcioefinanza.it le porte chiuse costeranno quasi 29 milioni con 876mila spettatori in meno. La Juve è quella più colpita con a 12,3 milioni a fronte dei 3,4 del Milan, i 2,8 dell’Inter e i 2,4 della Roma. E se le porte chiuse dovessero protrarsi fino a fine stagione il calcio perderebbe una cifra compresa tra i 150 e i 200 milioni.

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