CR7, fuori uno: ora la sfida del pianeta è contro Neymar

CR7, fuori uno: ora la sfida del pianeta è contro Neymar
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Domenica 17 Giugno 2018, 09:30
Di Cristiano ha solo il nome e non abbiamo dovuto certo aspettare il tris di Sochi per averne la conferma. La stella Ronaldo si è accesa nella prima notte. Non all’improvviso. E’ bastato vedere il portoghese nel riscaldamento: concentrato nello sguardo e scolpito nella muscolatura.
DIETA AD PERSONAM
Tirato, effetto della dieta (frutta, verdura, pesce e un bicchiere di vino rosso al giorno): 84 chili (ne ha perso uno dall’anno scorso). E più leggero, dunque, nonostante il peso dei guai giudiziari con il fisco spagnolo (2 anni di carcere evitati con il patteggiamento da 18,8 milioni). Anche veloce. In 3 minuti si è procurato il rigore del vantaggio, ovviamente trasformandolo. Così ha subito messo la firma sul suo 4° mondiale, raccogliendo in 88 minuti (meno di una partita) quanto seminato nelle altre 3 edizioni a cui ha partecipato: 3 reti come quelle all’Iran (2006), alla Corea del Nord (2010) e al Ghana (2014), invitando i rivali di oggi a dare un segno della loro presenza in Russia. Messi, a Mosca, ha però steccato, facendosi parare il rigore per il possibile successo dall’islandese Halldorsson. Stasera, invece, toccherà a Neymar che, accreditato per prendere il posto proprio di CR7 nel Real di Lopetegui, debutterà nella competizione. SOVRANO ASSOLUTO Il messaggio di Cristiano ha avuto l’effetto sonoro di un ruggito, anche se poi per festeggiare il gol ha recitato da capretta per prendere in giro l’ultimo spot dell’odiata Pulce. Ecco il Re del mondiale a petto in fuori per avvertire Leo e O’Ney che vorrebbero marcare il territorio e quindi il pianeta. E contano rispettivamente sull’Argentina e sul Brasile, al via tra le favorite.
Messi, 31 anni, e soprattutto Neymar, 26 anni, sono pure più giovani. Nel presente c’è, però, sempre lui: Ronaldo, 33 anni, in volata solitaria. Guida il gruppo e taglia a braccia alzate il traguardo. È il Portogallo, sbarcato comunque in Russia da campione d’Europa e intenzionato con CR7 a riproporre il ribaltone di 2 anni fa in Francia. STRISCIA INFINITA Cristiano, insomma, da solo al comando. Oggi come ieri. A Sochi, davanti al Mar Nero, è lo stesso dei primi passi a Funchal, sull’isola di Madeira. Simbolo del calcio lusitano e, perché no?, di se stesso. Da 10 anni è il capitano della sua nazionale, in 4 mondiali e 4 Europei non ha mai digiunato. Affamato di gloria e di gol: 5 volte Pallone d’oro (dal 2008 al dicembre scorso), 4 Champions (3 di fila) nelle ultime 5 edizioni, 53 reti stagionali (44 con il Real e 9 con il Portogallo). Ha trattato la Spagna come le Far Oer, il 31 agosto a Porto, nelle qualificazioni: con una tripletta, la numero 51 della sua collana di finalizzatore spietato. Che non guarda in faccia nessuno. FUTURO INCERTO Si è scatenato davanti agli amici madridisti, al capitano Ramos e all’ingenuo Nacho che lo ha steso all’alba del match. Ma non è detto che saranno ancora suoi compagni nel club. Il Real vorrebbe rinnovargli il contratto e potenziargli l’ingaggio. Lo stipendio attuale, 21 milioni, non va più bene al Re che guarda ai 50 milioni di Messi e ai 37 di Neymar. Perez ha rilanciato fino a 30 milioni. Al Khelaifi, sceicco del Psg, è l’unico in grado di farlo sorridere, soprattutto se dovesse salutare O’Ney. La valutazione di CR7 è di 150 milioni. E con il tris a De Gea tiene e magari lievita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA