Italia, si riparte dopo il flop mondiale: primo esame, l'Argentina di Messi

Italia, si riparte dopo il flop mondiale: primo esame, l'Argentina di Messi
di Ugo Trani
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Venerdì 23 Marzo 2018, 07:30
L’Italia, a 130 giorni dalla notte più buia del nostro calcio, si riaffaccia in campo. Il nuovo impatto sarà subito coinvolgente: gli azzurri, all’Etihad Stadium dove di solito dà spettacolo il City di Guardiola, avranno davanti Messi (mai affrontato in precedenza) e l’Argentina di Sampaoli. Ma sarà impossibile per loro non pensare al flop del 13 novembre scorso contro la Svezia a Milano, nello spareggio che gli ha sbarrato la strada verso la Russia. Stasera, dunque, si presenteranno a Manchester senza il mondiale, dopo 60 anni, e ancora senza il ct, perché in panchina c’è Di Biagio, promosso dall’Under 21 solo per guidare in questa fase di rinnovamento la Nazionale che poi entro settembre avrà il successore di Ventura. L’incarico è ad interim, anche se il testaccino, 46 anni, spera di convincere la Federcalcio che, è bene ricordarlo, non ha attualmente il presidente. C’è il commissario Fabbricini e soprattutto il suo vice Costacurta, chiamato a individuare, senza fretta, la figura giusta. Il prescelto è Ancelotti, ma restano in piedi anche le candidature di Conte e Mancini, il più convinto ad accettare la nuova e delicata avventura.
RIPARTENZA IN SALITA
Le amichevoli di marzo, stasera contro l’Argentina e martedì a Wembley contro l’Inghilterra, contano soprattutto per Di Biagio che, in 5 giorni e 2 partite, è come se giocasse il suo mondiale. E, anche se con meno di 4 giorni di lavoro, prova a dare un senso al suo mandato, usando il sistema di gioco preferito, quel 4-3-3 che dovrebbe aiutare alcuni titolari a uscire dall’anonimato in cui sono finiti nelle ultime gare con Ventura. L’Italia, a guardare la lista dei 26 convocati, resta invece simile a quella del figuraccia mondiale: 17 giocatori (compreso capitan Buffon che si prepara a dare l’addio il 4 giugno contro l’Olanda a Torino) sono gli stessi chiamati dal precedente ct per il playoff di novembre (sarebbero stati 18, se non fosse tornato a casa l’infortunato Chiellini), a conferma che la scelta rimane ridotta allo stretto necessario. Anzi nemmeno a quello, non essendo stato sufficiente per andare in Russia. Se sarà confermata la formazione provata prima di lasciare Coverciano, 7 titolari su 11 che vedremo contro l’Argentina sono scesi in campo anche nella partita di Milano contro la Svezia: Buffon, Florenzi, Bonucci, Parolo, Jorginho, Candreva e Immobile.
 
ATTACCO IN LETARGO
La Nazionale, rimasta a digiuno in entrambi i match dello spareggio per il mondiale, non segna dal 9 ottobre, gol di Candreva a Scutari per superare l’Albania di misura. Di Biagio non ha ritenuto che Balotelli potesse servire alla causa azzurra e per l’esclusione ha incassato il volgare attacco di Raiola, manager di SuperMario. Il ct, nel suo 4-3-3, ha deciso di rilanciare Insigne, ignorato sul più bello da Ventura e piazzato accanto a Immobile, capocannoniere in serie A (e già 34 reti stagionali). Si conoscono bene tra loro gli attaccanti, meno i centrocampisti Jorginho e Verratti, inedito tandem scelto per alzare il tasso di qualità. Ma l’esperimento viene collaudato nel test più impegnativo. L’Argentina, nonostante la fatica fatta per andare al mondiale, ha giocatori di primo piano in tutti i ruoli e per tutti i gusti. Mancano nel gruppo Dybala e Icardi che, a sentire Sampaoli, rischiano di non andare in Russia. Dove Messi, al 4° tentativo con la Selecciòn, proverà a conquistare l’unico titolo che gli manca. Facendosi aiutare da Aguero e magari da qualche altro amico che gioca nel nostro campionato: da Fazio a Biglia, da Higuain a Perotti.
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