Italia, tregua mondiale in attesa dei playoff

Ventura
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 11 Ottobre 2017, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 12:31
«Ventura, l'Italia è da Mondiale?»; «No, l'Italia sta lavorando per essere da Mondiale». Lo scambio di battute post Albania. Un equivoco. Per da Mondiale non si intendeva che l'Italia possa vincerlo, così invece l'ha interpretata Ventura, dando una risposta ragionevole.

 

L'Italia, in questo ha ragione il ct, non è certo accreditata a vincere, anche perché prima, al Mondiale, deve andarci e il playoff sì bisogna superarlo per forza. Ciò che emerge in questo periodo, dopo il pari con la Macedonia e la vittoria sospirata in Albania, che troppi consensi questa Nazionale non li conquista, né dentro né fuori. I calciatori sono considerati bravini non bravissimi, Ventura un allenatore non ancora all'altezza, nonostante l'esperienza maturata sui vari campi del calcio italiano. Un fatto di appeal più che di valore tecnico. E il valore tecnico generale in questo momento storico non è granché. E lo sa pure il ct: «Non posso sperare che in poche settimane nasca un altro Totti», ha detto dopo la vittoria in Albania. No, questo è impossibile.

IN ATTESA DELL'URNA
Ci avviamo verso un mese di silenzio, di attesa del non insuperabile playoff contro una fra Svezia, Grecia, Irlanda e Irlanda del Nord (ieri intanto hanno strappato la qualificazione diretta anche Francia e Portogallo, con la Svizzera che scala agli spareggi). Ventura vuole/deve recuperare tutti, annulla lo stage e si aspetta un sostegno dai club, in parte accontentati in queste due settimane, perché a novembre conterà solo la Nazionale e non si chiuderà un occhio sugli infortunati veri o presunti. Ad esempio, nella giornata dopo il ritorno del playoff c'è il derby di Roma. Quindi, una sorta di state buoni se potete. Ci sta che il popolo azzurro sia sempre scontento, ci sta che l'Italia in generale mostri disaffezione verso la squadra, almeno fino a che le partite non si fanno serie, come il Mondiale appunto. Ora sono tutti concentrati sul campionato, c'è fame di Roma-Napoli e di Juventus-Lazio, più le altre partite della prossima giornata, vedi il derby di Milano. Ventura è un ct - per tanti - senza leadership. L'Italia a oggi non è squadra e non ha eccellenze internazionali. E se fatica con Macedonia e Albania, qualcosa non va, è evidente a tutti. Ma rimuovere il tecnico in questo momento o dopo il playoff non ha senso e costerebbe caro e nessuno in Figc ci pensa.

LE CRITICITÀ
Solo in caso di mancata qualificazione, così vuole la clausola, le parti si saluteranno. «Se esiste un problema ct? Assolutamente no - ha spiegato a Radio 24 Michele Uva, dg della Figc - La federazione ha intrapreso un percorso di cui è soddisfatta: è normale ci siano cose da migliorare ma ho già visto un primo risultato nell'approccio. Tutti devono fare un passo in avanti per crescere e uno laterale per aiutare chi gli sta al fianco». Siamo alla tregua insomma. Il presidente Tavecchio si gode la qualificazione e sa che i momenti di difficoltà hanno aiutato: «Hanno messo un po' di pepe...». Ci sono cose da migliorare, dice Uva. Sì, ma cosa? Le assenze hanno pesato, le riserve non hanno l'abitudine dei novanta minuti, il nostro è un campionato straniero: nelle prime sei squadre, quelle che danno i giocatori alla Nazionale, il 67 per cento dei calciatori non è italiano. Al playoff di novembre, la situazione potrebbe cambiare radicalmente con i rientri dei big, specie Belotti. Il modulo su cui vuole lavorare Ventura è il 4-2-4, per ora poco digerito dalla squadra, abituata a giocare con i tre dietro. Stile Conte. A proposito: dall'Inghilterra rilanciano una notizia, secondo la quale l'ex commissario tecnico tornerà/tornerebbe in Nazionale dopo il Mondiale. Con quello che guadagna appare complicato, lo è meno pensare a un suo ritorno in Italia ma su una panchina di club. Ma il fantasma di Conte torna sempre e questo comunque non aiuta Ventura Anzi, lo incattivisce di più. E lo agita. Ma ora siamo in tregua: calciatori, tecnico, dirigenti. Tutti.
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