LE CIFRE
Gol a parte, gli altri numeri del suo esordio in campionato raccontano di una prestazione discreta, ma non di più: 8 tiri, 5 di destro, 1 di sinistro, 2 di testa; 5 in porta e 3 fuori; 6 occasioni da gol; 90% di precisione nei passaggi; 3 duelli aerei vinti ma 13 palle perse; 4 cross; 0 dribbling riusciti; 2 soli falli subiti; 9,727 km percorsi, un po’ sotto media. La Juventus, che aveva cominciato puntando forte di lui, centravanti puro all’inizio con una mezza punta alle spalle (Dybala) e quattro giocatori sguinzagliati sulle fasce per rifornirlo (Cancelo e Cuadrado a destra, Alex Sandro e Douglas Costa a sinistra), dopo avere segnato subito su calcio piazzato, è stata travolgente per mezz’ora prima di rallentare e distrarsi un po’, impigrita perché forse in attesa di una prodezza risolutiva del suo fenomeno. Paradossalmente, CR7 è andato meglio quando si è spostato nel suo vecchio ruolo, ala sinistra e non prima punta, qual era stato negli ultimi anni a Madrid. A testimonianza di come né Allegri né i suoi compagni abbiano ancora trovato la quadra. La sensazione, anche ascoltando le parole del tecnico, è però che per tutta la stagione potremmo trovarci di fronte a una Juventus camaleontica, pronta a mutare pelle a seconda di avversari e importanza dell’impegno. La possibilità di cambiare sistema di gioco e formazioni sarà sfruttata fino in fondo da un allenatore pragmatico come Allegri. Le alternative sono tante. Anche se agli juventini, incontentabili, resta un rimpianto: ah, che squadra sarebbe stata con Higuain accanto a CR7…
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