Lazio, Ciro resta Immobile: l’attaccante molto deluso per essere rimasto in panchina con l'Italia

Lazio, Ciro resta Immobile: l’attaccante molto deluso per essere rimasto in panchina con l'Italia
di Alberto Abbate
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Martedì 16 Ottobre 2018, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:35
Lasagna nello stomaco. Tosta per Ciro digerire anche questo boccone amaro: tutta la ripresa a scaldarsi per onorare coi suoi gol anche l’Italia per poi riaccomodarsi invece in panchina. Zero minuti in campo contro la Polonia per Immobile: il ct Mancini gli preferisce addirittura un debuttante, sembra quasi un affronto eclatante. O forse solo una punizione per la media realizzativa postata sui social dal bomber partenopeo dopo aver sentito dallo stesso tecnico che alla Nazionale manca un centravanti vero. Ma come dar torto a Ciro: 73 centri in 98 gare (media di 0,75) alla Lazio, capocannoniere della scorsa Serie A e dell’Europa League (8 gol in 9 presenze). Sino all’infortunio della quart’ultima giornata a Torino, il napoletano era addirittura secondo in classifica nella corsa alla scarpa d’oro, appaiato a Messi e a 2 reti da Salah. Gente del calibro di Lewandowski, Icardi, Kane, Cavani, Cristiano Ronaldo e Suarez a inseguirlo: come fa Mancini a non dargli una maglia di diritto? Per carità, Immobile non segna in Nazionale ormai da una anno, ma gli devono pure arrivare i palloni da trasformare in oro. Domenica avrebbe finalmente potuto assaporare i cross dalle fasce e buttarli dentro, invece finisce solo nel tunnel al novantesimo. 

SCORE AZZURRO 
Appena 93’ in campo (59’ col Portogallo e 34’ da subentrato nell’amichevole con l’Ucraina) in sei gare del nuovo corso, nei numeri Immobile non rientra nelle grazie del Mancio. Eppure rimane l’ultimo attaccante ad aver segnato in competizioni ufficiali e, dopo Chiellini, il miglior marcatore dell’Italia. Nelle nefaste qualificazioni al mondiale si era comunque laureato capocannoniere del girone: col padrino Ventura, 6 gol in 10 presenze da titolare e al fianco di Belotti sempre da seconda punta a svariare. Adesso purtroppo il lungo riscaldamento di Chorzow riporta alla mente quello biancoceleste di Signori di 21 anni fa. Un episodio che spinse Beppegol a trasferirsi poi alla Sampdoria. C’è chi suggerisce addirittura a Immobile di lasciare la Nazionale, ma non è certo questo il pensiero di chi il giorno dopo sfoggia il sorriso al Quirinale ed è sempre pronto a lottare. 

RABBIA LAZIALE 
Ieri a Roma Ciro ha riabbracciato la sua inseparabile Jessica e le bimbe. E adesso ci sono anche i suoi tifosi e la Lazio a consolarlo. Perché lui non ha comunque creduto alla spiegazione di Mancini: «Mi serviva uno più forte di testa per contrastare i polacchi». Immobile è più alto di Lasagna di 4 centimetri. Nel post-partita Ciro è rimasto in silenzio, non ha fatto trasparire la delusione, ma non è difficile intuire quanto gli sia andata di traverso quest’ennesima esclusione. Anche perché sembra ingiusta. I laziali per primi sono furiosi con il loro ex allenatore. Conoscendo Immobile, poi, qualcuno si preoccupa pure che quanto accaduto possa avere ripercussioni sul suo rendimento nella Lazio. Eppure, a vedere il bicchiere mezzo pieno, Ciro torna a Formello fresco e integro. Dovrà essere bravo Inzaghi a incanalare tutta la sua rabbia per trascinare la squadra come contro la Fiorentina a un’altra vittoria a Parma. Così Immobile vuole dimostrare che la salvezza in Nations League in sua assenza è stata solo una coincidenza e che, la prossima volta col Portogallo, sotto porta bisognerà affidarsi ai numeri e non alla divina provvidenza. 
 
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