Lazio, il vivaio è un flop: il futuro riparte da zero

Lazio, il vivaio è un flop: il futuro riparte da zero
di Emiliano Bernardini e Alberto Abbate
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Lunedì 28 Maggio 2018, 07:35
C’era una volta un vivaio dai mille colori, ma in questa Primavera sono appassiti tanti, troppi fiori. Ora c’è un settore giovanile completamente da ricostruire. Un settore giovanile su cui puntare con maggior convinzione al di là dei proclami. Cosa resta, o meglio, cosa c’è dell’Academy intitolata in pompa magna a Bob Lovati esattamente 4 anni fa? Era il 26 maggio 2014, il primo anniversario dopo il trionfo in Coppa Italia contro la Roma. Entusiasmo e voglia di fare, crescere, costruire. Sul sito ufficiale del club cliccando sull’icona relativa all’Academy si apre una pagina vuota. Oggi delle ruspe che lavoravano per creare sei nuovi campi, 8 spogliatoi, una palestra, una nuova foresteria e delle aree di studio non c’è più traccia. Resta qualche zolla smossa e soprattutto i solchi lasciati sul presente e sul futuro. Interrogativi da porsi adesso per ricominciare con una marcia nuova.

BIANCHESSI RICOSTRUISCE
E pensare che proprio lo scorso anno era arrivato a Formello il mago dei giovani: Mauro Bianchessi (scopritore tra gli altri di Donnarumma, Locatelli, Caldera, Gagliardini). Doveva mettere mano a quanto “fatto” dall’olandese Joop Lensen, arrivato a Roma con la nomea di guru ma senza mai dimostrarlo davvero. Pensare che nel 2016 smembrò il gruppo dei classe 2000 che avrebbero dovuto fare il salto negli Under 17 e che quest’anno sono mancati alla Primavera. Bianchessi ha portato idee innovative come il cambio del convitto, l’attenta osservazione dell’andamento scolastico e il progetto oro biancoazzurro (i migliori delle Under hanno possibilità di fare allenamenti personalizzati). Ha risollevato l’immagine della Lazio: parteciperà alla Wander Cup di Madrid. Ma la filieri non è tutta nelle sue mani e s’interrompe proprio all’Under 17 e alla Primavera (tutte e due gestite da Tare).
L’Under 17 guidata da Valerio D’Andrea si è classificata al nono posto del girone B e quindi fuori dai play off. Meglio l’Under 16 di Fabrizio Fratini che è arrivata seconda ma sabato è crollata per 7-2 contro la Roma nell’andata dei quarti di finale scudetto. Campionato anonimo anche per l’Under 15 di Tommaso Rocchi che ha chiuso all’ottavo posto. Ha chiuso al primo posto l’Under 14 di Marco Alboni uscita però in semifinale con l’Urbetevere. Ma come detto è la Primavera ad aver vissuto un annus horribilis. I biancocelesti sono crollati in serie B al primo anno in cui è stata inserita la retrocessione. Un tracollo. Nel 2012/13 vinse lo scudetto e nei due anni successivi ha conquistato due volte la coppa Italia e una Supercoppa con il duo Inzaghi-Bollini. Poi il vuoto. Prima Bonatti e poi Bonacina non sono riusciti a cambiare un finale già annunciato: bloccati i rinforzi. MADE IN ITALY Tantissimi stranieri nell’elenco: ben 15 su ventisette per una rosa dal valore complessino di 1.4 milioni (dal conto vanno tolti Pedro Neto e Bruno Jordao). Basti pensare che l’Atalanta ha solo 6 stranieri su 28 e l’Inter, prima in classifica, ne ha 9 per un valore totale di 5 milioni. E i nerazzurri sono anche in testa alla speciale classifica per percentuale di giocatori formati: 29. La Lazio è sesta con 11. Un problema che adesso si ripercuote pure nella lista Uefa e non solo della Lazio big. L’anno scorso era stato inserito Miceli, da giorni pronto con le valigie a emigrare. Non è un caso che, nonostante ci sia poca voglia d’investire in patria per i prezzi alti, si stia guardando di più al mercato italiano: in questo senso va inquadrati anche i primi contatti per Acerbi e si stia addirittura meditando di riportare a casa De Silvestri. Nel ricordo di una Primavera che fu.
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