Lazio, un vizio di (ri)partenza

Lazio, un vizio di (ri)partenza
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 20 Novembre 2017, 07:30
Questione di testa. Sgombriamo il campo da dubbi: non è la sconfitta nel derby a far cambiare giudizio sul cammino fatto dalla Lazio fin qui. Due sconfitte, contro Napoli e Roma, in dodici giornate di campionato raccontano di un avvio straordinario. La corsa alla Champions è ancora apertissima e i biancocelesti sono tra i candidati ad un piazzamento. Contro la Roma è mancata quella rabbia che in una partita così fa assolutamente la differenza. Detto questo, però, dall’analisi dei numeri, emerge che l’approccio ai secondi tempi è da migliorare. 
DATO INCONFUTABILE
Non è un caso che dei 14 goal subiti in generale, ben 9 siano arrivati nei primi 15 minuti dall’inizio dei secondi tempi. Due contro la Roma in appena 4 minuti: 49’ e 53’. Un uno-due fatale per i biancocelesti, che ha messo in evidenza un dato che finora non era mai stato così allarmante. Eppure la gestione della squadra all’intervallo è sempre la stessa, sia che la Lazio sia in vantaggio sia che sia sotto. Si analizza quello che si è fatto bene e quello che si è fatto male tenendo sempre alta la tensione. Eppure qualcosa che non funziona c’è. Chiaro che c’è differenza prendere gol sul 3-0, piuttosto che sullo 0-0. L’allarme non suona alto, ma di sicuro è qualcosa che andrà analizzato nelle prossime settimane. 
MINUTI FATALI
Facciamo un calcolo. Contro il Genoa, alla quarta giornata, Pellegri fa gol al minuto 57. Raddoppierà al 73imo, pareggiando per la seconda volta la gara. Fa meno testo, ma comunque va annotata la sconfitta contro il Napoli alla quinta. Gli uomini di Sarri infilano la porta di Strakosha per tre volte tra il minuto 54 e il minuto 59. Va detto che in quell’occasione la Lazio aveva perso tutti i suoi difensori titolari per infortunio e Inzaghi, nell’emergenza, si era affidato a Leiva come centrale. Tutto liscio contro Verona, Sassuolo (in quel caso l’approccio del primo tempo fu sbagliato, la ripresa da applausi), Juventus e Cagliari. Il problema si ripropone a Bologna nel turno infrasettimanale della nona giornata. L’autogol di Lulic al minuto 50 riapre una partita senza storia. Stesso identico copione la domenica successiva a Benevento. Lazaar al 55esimo fa il 3-1 che per qualche minuto fa rialzar la testa ai campani. Poi, come già detto, le reti di Perotti e Nainggolan nel derby. Errori individuali di Bastos, è vero, ma due sbagli che tradiscono una certa svagatezza nell’approccio. La Roma aveva preparato la partita con pressing alto dall’esterno verso l’interno. Bastos è caduto nell’errore forzando quel suo modo classico di ripartire spostando la palla verso l’interno. Così come è stato sconsiderato l’intervento su Kolarov, che in quell’occasione non poteva portare pericolo alla porta biancoceleste. A completare la statistica va inserita anche la gara di Europa League, la prima con il Vitesse, quando Linssen al minuto 57 aveva portato nuovamente in vantaggio gli olandesi. 
TESTA ALTA
«Dobbiamo essere bravi a metterci alle spalle questa sconfitta, ma non sarà semplice. Devo far scivolare il derby dai miei, perché ci aspettano tante partite, il calendario è difficile», ha sottolineato Inzaghi, che ora dovrà battere la Fiorentina per restare nel gruppo di testa. La sconfitta della Juventus è stato un risultato positivo in quest’ottica. Bisognerà lavorare sulla testa e mandar via le tossine di una sconfitta che brucia. Ma il tecnico sa bene come fare per rimotivare immediatamente la squadra e ripartire di slancio. 
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