La Lazio non gira a destra

La Lazio non gira a destra
di Alberto Abbate
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Sabato 15 Settembre 2018, 07:30
Fa il gioco delle tre carte, Inzaghi sul centrodestra ricomincia a mischiarle. Ma è possibile che non esista ancora un titolare? Che il tecnico avrebbe voluto un’altra pedina in difesa è cosa nota, eppure – in seguito al mancato mercato e dopo la prima giornata – la sua scelta sembrava Wallace. Invece dopo due partite da titolare, il brasiliano si ritrova di nuovo in ballottaggio: Bastos e Caceres lo insidiano per una maglia. E’ vero, Fortuna aveva fatto benissimo contro Cristiano Ronaldo ed era tornato in ombra col Frosinone. Ma è giusto, alla prima brutta prestazione, rimetterlo nel mischione? L’impressione è che questa continua ricerca del padrone del centro-destra non sia affatto efficace. Anzi, così non si trova mai la giusta soluzione: i tre litiganti cadono in depressione e, sotto pressione, in campo vanno in confusione. Insomma, non sarà mica un caso che Acerbi e Radu, sempre sicuri della loro titolarità, non traballano o crollano appena vanno un attimo in difficoltà. La certezza e la continuità in difesa fanno la forza, inutile girare di continuo le carte. Così non si fa mai scopa. Forse Inzaghi a inizio anno aveva tirato Luiz Felipe (ora infortunato) fuori dal mazzo, ma a questo punto sorge un’altra domanda: perché se Bastos e Wallace erano pronti a partire (per far spazio a un centrale più forte) alla fine diventano i sostituiti principali del baby brasiliano? A rimetterci infatti più di tutti in questa storia è sempre Caceres, eppure sicuramente il più affidabile. Inzaghi, lo ha guardato il mondiale? Tabarez lo ha impiegato in ogni ruolo della difesa, l’uruguagio è stato uno dei migliori. Nella prima Juve scudettata di Conte era spesso fra i titolari, com’è possibile che trovi così poco spazio coi colori biancocelesti?

LA PORTA
A Empoli la Lazio cercherà di bissare l’ultima gara: obiettivo non subire reti per la seconda volta. Magari dovrà tornare decisivo anche Strakosha. L’albanese non chiudeva la porta inviolata dall’anno scorso a Torino (0-1). In realtà col Frosinone Thomas non è stato chiamato in causa, quindi deve ancora dimostrare a molti scettici il suo reale valore. Poco importano le parate su Insigne, Bernardeschi e Ronaldo, Strakosha è il portiere che continua a dividere l’opinione. C’è chi addirittura lo considera il migliore della serie A e chi invece non riesce a vederne più di tanto le qualità. Di sicuro non gli si può contestare la continuità: l’anno scorso l’albanese - unico della rosa sempre presente - non ha saltato una partita in campionato (38), non c’era mai riuscito nessuno (da Peruzzi a Marchetti) nell’era Lotito. Forse per questo alla fine c’è stato un calo, ma nessuno si è soffermato sui dolori alla schiena di Strakosha. Forse solo il Liverpool, che si sarebbe tirato indietro in estate proprio per questo. Una diffidenza che però non trova riscontri né nella testa d’Inzaghi (in Europa chance a Proto) né in quella del ct Panucci, soddisfatto della prima gara in Nazionale. Deve imparare ancora ad uscire meglio, indirizzare le respinte e giocare senza prendersi troppi rischi coi piedi. Tra i pali però Strakosha porta sempre punti. 
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