Lazio-Juve, attacco al potere

Foto Rosi
di Alberto Abbate
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Venerdì 11 Agosto 2017, 07:30
Il miglior attacco è la difesa. Così Inzaghi fa pretattica e Lotito sottrae il suo gioiello al ratto: «Non è cambiato nulla sul fronte Keita». Il senegalese aspetta sempre la Juve, ma ora non più sul mercato: «Giocherò la Supercoppa e alla fine resterò alla Lazio», la confessione fatta in settimana a un tifoso in un noto centro commerciale di Roma. Parole di sfacciata sicurezza o di semplice facciata per gettare acqua sul fuoco e sentire meno caldo in questo mercato rovente? Una prima risposta intanto l’avremo dopodomani sera (arbitra Davide Massa di Imperia). In effetti, Simoncino è pronto a schierare - senza farsi influenzare dalle brame bianconere o da input societari - Balde. E c’è da credergli, ma è una questione di necessità. Perché puntare in primis su Felipe non è una solo scelta aziendalista e coerente, ma ha una precisa logica tattica: il brasiliano può senz’altro dare una mano d’aiuto in più a tutta la squadra. Il nodo resta legato alle sue precarie condizioni, ieri era ancora ai box: «Ma sto meglio, spero di farcela ed essere a disposizione del mister. Ho voglia di battere la Juve e riscrivere la storia. Adesso sappiamo ancora di più il nostro valore dopo la scorsa stagione e non ripeteremo certi errori. Quest’anno cresceremo ancora di più, non possiamo sbagliare più». L’ultima volta, nella finale del 17 maggio, Felipe era subentrato nel secondo tempo. Si era invece scatenato subito l’amico Keita nel 3-5-2, ma domenica sera l’uno escluderà ancora l’altro: «Lì davanti è dove io posso esprimermi al meglio – chiosa Anderson - ma se dovesse giocare Balde siamo tutti sicuri che darà il 100%. E’ un grande giocatore e io lo stimo».

VENDETTA
Nonostante la scadenza, Lotito lo valuta addirittura 30 milioni e non fa sconti. Il futuro di Keita con la Juve si decide adesso e pure fra 20 giorni, insieme al destino della Lazio. All’attacco, ma anche in difesa del proprio patrimonio e dell’orgoglio. Balde resterà davvero a Formello se la Vecchia Signora non s’avvicinerà parecchio alla cifra richiesta. Di fronte a quest’arroganza bianconera da nemmeno 20 milioni, il club capitolino è pronto pure a rimetterci (in fondo 300mila euro a bilancio iniziale) e perdere l’ex stella blaugrana a zero fra un anno. Adesso lo ha capito anche il senegalese, forse per questo comincia a pensarci ad alta voce. O forse perché vuole giocare proprio per far vedere alla promessa Juve perché deve sposarlo il prima possibile e a qualsiasi costo. Anche a quello di venire incontro a un intransigente Lotito, ancora ferito più dal complotto bianconero per estrometterlo dalla Figc che dalle ultime sconfitte sul campo. Una vittoria contro Agnelli in Supercoppa insomma non significherebbe soltanto infrangere il tabù della sua era, ma anche riprendersi – almeno simbolicamente – una fetta di potere.

CIRO D’ITALIA
Sogna la rivincita persino Immobile, scaricato troppo presto da Marotta: «Non è un campione». Nell’ultimo campionato mica si è vista la differenza con lo strapagato Higuain (1 gol ogni 128’- 1 ogni 129’). Ciro con la Juve si è però incantato sotto porta e adesso vuole sbloccarsi: «Ma non perché io sia un ex, piuttosto perché giochiamo contro la squadra più forte d’Italia con sei scudetti alle spalle e dobbiamo sfatare una maledizione che dura ormai da10 partite in cui non siamo tra l’altro riusciti a fare gol». La difesa bianconera non sembra più così invincibile: «Conosco Bonucci e hanno perso tanto. Noi non avremo Biglia – ammette in un’esclusiva a Raisport - ma Leiva in poco tempo ha fatto sentire già tutto il peso dei suoi 10 anni al Liverpool». Adesso dovrà sfoggiare muscoli e personalità al cospetto di Madama. Inzaghi proverà a far muro proprio in mediana, lì dove crollò l’ultima finale di Coppa Italia nell’agonia di un moribondo Parolo, sostituito dopo 20’ con Radu. Ora è proprio il rumeno insieme a Wallace invece a tenere più in ansia l’allenatore per la difesa a tre: con Bastos squalificato rivedere entrambi ieri pomeriggio a Formello è come rivedere il sole e togliere l’ombrello.
 
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