FIGLI D’ARTE
Da grandi sono stati folgorati sulla via di Damasco e sono diventati l’opposto di quando indossavano le scarpette chiodate: rigorosi, pignoli e instancabili. Simone addirittura corre insieme ai suoi attaccanti accompagnandoli in porta. Max urla e sbraita se vede qualcuno passeggiare per il campo. Una volta si è anche tolto la giacca, lanciandola in panchina. Inzaghi assomiglia più a Conte nella gestione dei giocatori. Non vuole rinunciare mai a nessuno e spreme tutti. Vedi il recente caso Felipe Anderson: non stava bene, ma il tecnico laziale lo ha fatto allenare chiedendogli di stringere i denti, un po’ come accettò di mandar in campo Parolo in finale di Coppa Italia.
Simone, non ci sta mai a perdere. Anzi, si segna con il circoletto rosso le sconfitte. Un rosicone, per dirlo alla romana. Allegri, seppur metodico, ha portato a Vinovo quella tranquillità che era sparita con Conte, che teneva la pressione a mille tutti i giorni. Lui invece la alza solo in prossimità delle gare, per il resto ha un modo più easy di vivere. Si arrabbia sì quando perde, ma senza mai eccedere. Entrambi devono tanto ai loro “padri” calcistici: Eriksson e Galeone. Sven ha trasmesso a Simone la voglia di vincere e soprattutto gli ha insegnato come mettere in campo una squadra.
Una figura centrale, così come Galeone per Max che per lui è tutto: ciò che vediamo oggi e ciò che non vediamo. Entrambi bravi nell’eloquio, non lesinano stoccatine a chicchessia quando è necessario. Di recente hanno battuto cassa per il mercato.
DONNA FELICITÀ
Inzaghi dopo l’amore con Alessia Marcuzzi, da cui ha avuto Tommaso, ha trovato stabilità con Gaia. Non una donna da riflettori, ma di certo la compagnia che ha messo tutti i tasselli del mosaico a posto. Dal loro amore è nato il piccolo Lorenzo. Posato e più stabile di Max, che nel curriculum vanta invece una donna abbandonata all’altare, la storia con Gloria (da cui ha avuto Valentina), poi Claudia, che gli ha dato il piccolo Giorgio, un intermezzo con la D’Urso e ora Ambra. Una storia da T’appartengo e io ci tengo, per dirlo con le parole dell’enfant prodige di Non è la Rai. Quando si spengono i riflettori e l’odore dell’erba si fa più rado, entrambi si rifugiano nel loro bozzolo. Per Inzaghi è la sua famiglia: papà Giancarlo e il fratello Pippo, con buona pace di mamma Marina. Vive a Roma nord, dove ha imparato e respira ogni giorno la lazialità. Max ogni lunedì torna nella sua Livorno, la culla che non ha mai abiurato. Si rilassa nella casa che si è fatto ristrutturare davanti al mare di Antignano. Acciuga, soprannome appiccicatogli da giovane per il suo fisico esile, vive la città nei soliti posti, con la consueta cerchia di amici selezionatissimi, cenando di pesce da Oscar o bevendosi un aperitivo alla Baracchina Rossa. Il piacere di un bel bicchiere li accomuna. Domenica sperano entrambi di poter brindare con la Supercoppa.
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