Lazio-Juve, lo scontro si sposta a Palazzo Chigi: Lotito e Agnelli in pressing sul dpcm per le date degli allenamenti

Lotito-Agnelli, lo scontro si sposta a Palazzo Chigi: pressing sul dpcm per le date degli allenamenti
di Emiliano Bernardini
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Venerdì 10 Aprile 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 19:14

È sempre Lazio contro Juve. O meglio Lotito contro Agnelli. Anche se questa volta nella battaglia, tra i più accesi nemici del patron biancoceleste, c’è anche un ex bianconero: l’ad dell’Inter, Marotta. Insomma il trio scudetto continua a farsi la guerra anche fuori dal campo. Sopratutto lontano dal terreno verde verrebbe da dire. Il motivo del contendere è sempre lo stesso: gli allenamenti. Quando riprenderli? Il nuovo Dpcm prorogherà la chiusura fino al 3 maggio lasciando però uno spiraglio per alcune imprese di riaprire i battenti, sempre nel rispetto delle regole, dal 27 aprile. Le classiche due settimane di proroga. Quindici giorni su cui si basa tutta la lotta intestina alla nostra serie A. Oggi il numero uno della Figc, Gravina parlerà con il Ministro dello Sport, Spadafora che gli comunicherà che non cambierà molto. Qualcuno spera invece in un’apertura agli allenamenti singoli e ai test sierologici dal 14 aprile

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NUOVA QUARANTENA
In queste ore si sta scrivendo il nuovo decreto che sarà varato il 13 (si parla di proroga della chiusura anche degli allenamenti). Ed è proprio per questo che ieri le due fronde si sono affrontate sul neutro di Palazzo Chigi muovendo tutte le pedine a disposizione per cercare di forzare la mano in un senso o nell’altro. Tra i più attivi, come detto, c’è l’ad dell’Inter, Marotta che non vede altre date se non quella del 4 maggio. La stessa che dovrebbe far vedere la luce anche ai normali cittadini. Un alleato di peso per Agnelli. A legare i due, oltre agli interessi dell’Eca per la Superlega, c’è il fatto che entrambi devono fronteggiare l’assenza di svariati giocatori partiti prima del lockdown totale. Dovrebbero tornare dopo Pasqua ma c’è sempre la quarantena poi a bloccarli. Di fatto Ronaldo, Dybala, Lukaku, Eriksen, Brozovic, solo per citarne alcuni, dovranno restare fermi altri 15 giorni. Insomma non avrebbe senso per i nerazzurri e i bianconeri allenarsi senza i migliori. A far compagnia ad Agnelli e Marotta ci sono i vari Cairo, Ferrero, Preziosi, Cellino che addirittura tifano per non ripartire proprio. D’altronde ognuno rema a convenienza e per loro occupare la zona retrocessione è un buon motivo per far terminare qui la stagione.

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«I NOSTRI NON SONO SCAPPATI»
Un pericolo che sembra scampato dopo il diktat di Fifa e Uefa dei giorni scorsi. A contrapporsi a quello che in tempi passati era “il vento gelido del nord” ci sono Lotito, altri presidenti a lui vicini e tecnici di fiducia. Per tutta la giornata di ieri ha fatto un pressing incessante a Palazzo Chigi per cercare di far allentare la morsa sugli allenamenti. «Il calcio è il primo veicolo per far dare un’idea di normalità al paese» continuava a ripetere. E non è un caso che il suo portavoce Diaconale proprio ieri abbia dato un’altra stoccata ai rivali juventini: «Ci sono alcune squadre che hanno permesso ai propri giocatori di allontanarsi dall’Italia. È lecito immaginare che a favorire questi permessi abbia pesato anche la convinzione che il campionato andava considerato ormai concluso? È troppo auspicare che il governo non venga influenzato dalla pressione dei tifosi juventini per una “eguaglianza dei punti di ripartenza” che però rappresenterebbe una ingiusta penalizzazione per chi ha avuto un comportamento virtuoso ed un premio non giustificato per tutti gli altri?». 

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NO ALL’1% DELLE SCOMMESSE
Difficile convincere il Ministro Spadafora. Non solo sugli allenamenti. Perché c’è anche il nodo scommesse a preoccupare la Federcalcio. Nella proposta interventi a favore del “sistema calcio“ non pare esserci traccia del punto 3 della lista degli interventi richiesti: la sospensione sino al 30 luglio 2022 e, dunque, per una sola stagione sportiva, del “divieto di pubblicità giochi e scommesse” contenuto nell’art. 9 del “decreto dignità”, e la richiesta di ottenere un prelievo dell’1% dalle scommesse da destinare al fondo salva calcio. Un provvedimento che, lamentano i tecnici, sarebbe a costo zero per il governo. Ma su questo punto la parte dei 5stelle di Palazzo Chigi sembra inflessibile. Preferiscono mettere altri 50 milioni per rinforzare il bonus dei 600 euro ai collaboratori sportivi. 

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