Lazio, la festa di San Martin

Lazio, la festa di San Martin
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Domenica 14 Gennaio 2018, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 17:52
Aspettatevelo al gate in camicia bianca, è un po' “loco”, ma la classe – fuori e dentro il campo - non gli manca. Oggi a Roma arriva Caceres, altra esperienza (una Coppa America, tanto per dire) al servizio della Lazio. Ormai è già un po' italiano, dopo sei scudetti con la Juve e il ritorno provvisorio a Verona, ma il soprannome spagnolo riguarda la sua chioma. In patria lo chiamano "el Pelado", da quando sua madre da bambino gli tagliò i capelli a zero li porta lunghi fino alle spalle. Le sue fan su Facebook Jack Sparrow, come Johnny Depp nel pirata dei Caraibi. 31 anni il 7 aprile, da Montevideo, Uruguay. Il suo nome compare addirittura nei Football leaks per il passaggio nel 2011 dal Barcellona al Siviglia. Della sua vita coniugale si sa poco, a parte gli scatti con i figli Leon e Martina. Eppure a Torino non gli hanno perdonato qualche mattata da copertina. L'incidente in Ferrari e il ritiro della patente, ma anche i presunti ricatti per qualche sua altra uscita. Nella capitale dovrà stare ancora più attento, a fine agosto però ha già imparato a passare inosservato. Le visite in gran segreto a Roma, prima di quelle ufficiali a Verona. Per questo non le ripeterà, domani sarà in campo coi nuovi compagni e la sua solita grinta ultrà.
INTEGRO
Il matrimonio fra Martin e la Lazio s'era già consumato. Il colpo era solo stato rimandato per una questione burocratica: il club capitolino non poteva occupare l'unico posto da extracomunitario disponibile, così – pur di non rinunciarci – aveva deciso di parcheggiarlo in Veneto per quattro mesi. Dopo averlo incontrato a Milano a fine estate, Lotito se l'era portato dietro a Roma per sottoporlo al check up dei suoi dottori di fiducia e scongiurare quanto successo col Milan, che lo aveva “scartato”. Il 30enne uruguagio è integro e lo ha dimostrato, non aveva giocato per sei mesi al Southampton perché era stato preso contro la volontà dell'allenatore, che lo lasciava in panchina. E pensare che nel 2016 poteva addirittura sbarcare a Trigoria, fosse arrivato a Formello ad agosto avrebbe già trovato il primo trofeo e la gloria. Per questo ora non vede l'ora d'affrontare la sua nuova avventura, aspettava da quattro mesi di poter mostrare ancora ad alti livelli la sua caratura.
TITOLARE
Intanto è tornato affidabile fisicamente. A parte qualche acciacco iniziale per la lombalgia, il girone d'andata di Caceres è da applausi. Tredici partite giocate su diciannove, una sicurezza nella retroguardia di Pecchia, che senza di lui ha sempre faticato più del dovuto a trovare equilibrio e solidità. Una continuità di rendimento e di tenuta fisica che quasi mai il diretto interessato aveva avuto in carriera. Come se non bastasse, ha dimostrato di poter trasformarsi all'occorrenza nel finale di gara (e non) in un 'jolly offensivo' piuttosto insidioso: lo testimoniano le tre marcature ma anche i costanti pericoli creati alle difese avversarie, su calcio piazzato o da centravanti aggiunto. Inzaghi vorrebbe schierarlo titolare già alla ripresa contro il Chievo, al posto dello squalificato Radu. Potrà prendere la sua casacca, ma non il numero 26 che aveva a Verona. Nessun problema, il 2 e il 22 sono i suoi preferiti. Fra i bersagli invece il Milan: nel 2012 lo eliminò un suo gol dalla Coppa Italia. E' il momento perfetto, dunque, per indossare questa maglia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA