Lazio, Milinkovic e il gol all'Olimpico in serbo

Lazio, Milinkovic e il gol all'Olimpico in serbo
di Alberto Abbate
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Domenica 10 Dicembre 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 16:36
Il gol all’Olimpico lo ha tenuto in serbo. Vuole tornare profeta in patria, Milinkovic vuole far vedere chi è diventato ai suoi connazionali. Domani sera a Roma per lui ci saranno avversari speciali. Innanzitutto l’inseparabile fratello Vanja, sbarcato a Torino lo scorso marzo, ma apparso in campo solo in questo campionato. Sarà in panchina ad osservarlo, giovedì scorso Sergej invece lo ha applaudito per la punizione stampata sulla traversa contro il Carpi. Gliel’ha insegnato l’ex Mihajlovic, il primo estimatore del centrocampista laziale: «Diventerà fortissimo», assicurava Sinisa più di un anno fa. Adesso
 
è già un gigante, il classe ‘95, fresco fresco di prima chiamata tra i grandi serbi e in attesa dell’ultima per i Mondiali. Al momento Sergej e Ljajic si son lasciati al 73’ dell’amichevole contro la Corea del Sud: un cioccolatino, l’assist di Milinkovic per l’ attaccante granata per l’1-1 finale, prima del ritorno nella capitale per il derby. Due prestazioni un po’ incolore, dopo le fatiche d’Oriente, contro i giallorossi e la Fiorentina, domenica scorsa però Milinkovic ha risfoderato le sue armi dalla fondina.

FUTURO
Adesso è il momento di tornare a trascinare la Lazio all’Olimpico. Complice il rinvio con l’Udinese, la vittoria manca addirittura dal 22 ottobre col Cagliari. E Milinkovic deve ancora trovare il primo centro casalingo. Se la formazione biancoceleste, infatti, è imbattibile in trasferta è anche perché Sergej è lo specialista. Cinque reti realizzate, tutte lontano da Roma. Ma lui da qui al momento non si muove: «Guai a distrarre Milinkovic e Lazio in questa grande stagione – tuona subito l’agente Kezman per stoppare i rumors – ed è inutile oggi parlare di qualsiasi tipo di trasferimento...». A Marassi in tribuna c’erano di nuovo gli osservatori del Manchester United, estasiati da quei dieci minuti di genio (gol e assist) finale. In Spagna ecco pure la pista Barcellona, ma per la Lazio Sergej è un gioiello da 100 milioni. Poco importa che ne siano stati versati 9 nelle casse del Genk per annullare la clausola del 50% sulla futura rivendita. Lotito lo ha già blindato col prolungamento, anche in Italia (non solo l’Inter la scorsa estate) tanti promettono follie oltre il semplice corteggiamento: «La Juve non ha i soldi per prenderlo – giura tuttavia in giro, il presidente – e non me lo ha mai chiesto».

LA RIVELAZIONE
Eppure era stato il fratellino Vanja a rivelarlo: «Sergej vuole andare solo alla Juve». Così la Torino rivale non può certo augurarsi d’essere la sua rampa di lancio. C’è chi dice che un’offerta monstre potrebbe già essere recapitata a gennaio, ma la Lazio almeno sino al 30 dicembre (sfida con l’Inter a San Siro) respingerà ogni brusio. Oggi Inzaghi confermerà la formazione vista con la Samp (Bastos compreso, nei tre in difesa), con Milinkovic, Parolo e Leiva a centrocampo, Lulic e Marusic sugli esterni e Luis Alberto a supporto d’Immobile. Ma Sergej dovrà abituarsi pure a una nuova vita da mediano se, a gara in corsa, il mister dovesse rilanciare Felipe nel 3-4-1-2 come in Europa: «Anderson e Wallace presto saranno al top – conferma il dottor Rodia – e la prossima settimana rientreranno in gruppo anche Di Gennaro e Nani». Ai ritorni laziali, battiamo le mani.
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