Lazio, tifosi biancocelesti contro il Var: citati i direttori di gara

Lazio, tifosi biancocelesti contro il Var: citati i direttori di gara
di Redazione Sport
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Marzo 2018, 19:10 - Ultimo aggiornamento: 19:25
Undici tifosi della Lazio hanno presentato una citazione davanti al giudice di pace in relazione all'espulsione dell'attaccante biancoceleste Ciro Immobile durante la partita dell'11 dicembre tra la Lazio e il Torino, terminata con la vittoria dei granata per tre gol a uno. Sotto accusa nella citazione la non corretta applicazione del regolamento e del protocollo Var, l'assistente video introdotto quest'anno nel campionato di serie A, da parte dei direttori di gara.

La citazione riguarda il direttore di gara Piero Giacomelli e Marco Di Bello, designato per quella gara al Var. L'udienza davanti al giudice è fissata al prossimo 25 giugno. «La vicenda, prima del suo genere in Italia, - spiegano gli avvocati Flaviano Sanzari e Stefano Previti che assistono i ricorrenti - riguarda la condotta dei due arbitri che, secondo i promotori dell'azione, si sono gravemente e del tutto immotivatamente discostati da quanto stabilito dai regolamenti tecnici vigenti e dal Protocollo Var, privando la squadra di un sacrosanto calcio di rigore e decidendo per una ingiustificata espulsione nei confronti dell'attaccante biancoceleste».

Nella citazione contro la non corretta applicazione della Var i tifosi laziali chiedono un risarcimento perchè in sostanza «sarebbe stato leso il loro diritto al tifo».
A detta dei ricorrenti infatti l'espulsione di Immobile nel corso dell'incontro Lazio-Torino, suffragata dalla Var, avrebbe inciso sul risultato finale della partita, terminata con la vittoria dei granata. Secondo i due avvocati, il giudice dovrà quindi stabilire se la condotta degli arbitri sia tale da potere «giustificare una richiesta di risarcimento avanzata dai tifosi per i danni di natura non patrimoniale subiti, rappresentati dalla lesione del diritto di poter vivere la propria passione sportiva al riparo da condotte connotate da inaccettabili profili di colpa»
© RIPRODUZIONE RISERVATA