Lazio, un Cirotondo tra i miti del gol

Lazio, un Cirotondo tra i miti del gol
di Emiliano Bernardini
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Sabato 24 Febbraio 2018, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 12:55

Uno, due e tre. Danza sulle sue scarpette rosse. Ciro Immobile si porta a casa un altro pallone. La collezione per quest’anno è completa: quello bianco estivo (con il Milan), quello giallo invernale (con la Spal) e adesso anche quello dell’Europa League. Primo italiano a realizzare una tripletta in questa competizione. Prima di lui, nel 2007, l’aveva segnata Luca Toni ma allora si chiamava ancora coppa Uefa. Michela e Giorgia, le sue bimbe, lo coccolano come fosse un bambolotto, la moglie Jessica prova ad imitarlo palleggiando. La famiglia prima di tutto. Punto di riferimento e di forza. I tifosi laziali non hanno occhi che per lui. Ciro is on fire! Lo striscione che compare ad ogni partita. Trentuno gol stagionali: 22 in campionato, 5 in Europa League, 2 in Coppa Italia e 2 in Supercoppa Italiana. Roba da darsi un pizzicotto su una gamba per capire che non è un sogno. Meglio di lui solo Harry Kane del Tottenham: 34. Ha superato Gigi Casiraghi al decimo posto dei bomber di tutti i tempi e ora punta un altro mito come Miro Klose.

«VANTO NOSTRO»
Immobile uber alles! O meglio Ciro vanto nostro per dirla da laziale. Tra i vicoli di Roma non si parla d’altro. E’ il condottiero a cui tutti i tifosi biancocelesti si aggrappano per sognare in grande. E pensare che a “regalarlo” a Lotito è stato il ds della Roma, Monchi (allora dirigente del Siviglia). Appena 8 milioni per quel bomber triste che aveva perso il feeling con il gol. Ci ha messo pochissimo a ritrovarlo: in quasi due stagione ne ha segnati 57 in 72 gare giocate. In realtà gli mancava solo una casa e un popolo da far piangere di gioia. Goduria doppia per i laziali visto che poi lo stesso Monchi ne ha programmati più di 40 per portare a Roma Patrik Schick: 0 reti in campionato finora. Immobile è l’uomo immagine che tanto mancava i biancocelesti. Troppo gelido Klose seppur di un altro pianeta. Altri obiettivi quelli per cui segnava Rocchi. Troppo tempo passato da Signori. Chinaglia e Giordano restano due divinità difficili da raggiungere. Ciro però in meno di 24 mesi ha già aperto una breccia enorme nel cuore dei laziali che rivedono in lui il destro di Bruno da Trastevere, il sinistro e i capelli biondi di Beppegol, la tigna di Giorgione.

FEELING UNICO
E poi c’è quel feeling con Inzaghi che rende tutto terribilmente romantico. Simone lo ha fortemente voluto e ora lui lo staripagando nel migliore dei modi. C’è un breve filmato che racconta in modo perfetto il legame tra i due. Ciro stoppa il pallone in area contro la Steaua e nel momento esatto in cui Immobile sta per calciare, Simone in panchina, istintivamente, mima il gesto del tiro. Identico. Quasi telecomandato. Una prolunga di se stesso. Poi l’esultanza. Segna Ciro ma è come se lo facesse lui. Nella classifica lo ha già superato ma Inzaghi si tiene stretto il suo record di quattro gol in Champions. Per ora. Perché è la coppa dalle grandi orecchie l’obiettivo del tecnico e del suo bomber. Eroe biancoceleste e principe Azzurro, inteso come colore dell’Italia. L’unico rammarico è il mondiale in Russia che salterà. Ma una scarpa d’oro è una perfetta consolazione.
 

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