Lukaku: «Contro il razzismo segno, lotto e dico ciò che penso. Non si parla mai delle mie qualità...»

Romelu Lukaku
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Lunedì 23 Dicembre 2019, 17:41
«Di fronte ai razzisti mi sono sempre detto di segnare, vincere e tornare a casa. Mi sono confrontato tante volte con questa situazione: porto la mia rabbia sul campo. Devi andare avanti sempre più forte, devi continuare a lottare». È l'opinione dell'attaccante dell'Inter, Romelu Lukaku, sul razzismo. Il belga, preso di mira a Cagliari da ululati razzisti, in un'intervista al New York Times, si rammarica «di non avere fatto abbastanza» sul tema ma è conscio di aver detto «ciò che pensa» sul titolo «Black Friday» e sulla campagna delle tre scimmie: «Se qualcosa mi passa per la testa mi alzo e parlo».
«Non si parla mai - aggiunge Lukaku - delle mie qualità quando vengo paragonato ad altri attaccanti Il mio dribbling nell'uno contro uno è buono, so fare il doppio passo e so scartare l'avversario. Su di me è sempre stato un "sì, ma…": segnai al Real Madrid nella Supercoppa Europea, ma sbagliai anche un gol e tutti parlarono solo del mio errore. Nella mia prima partita in Premier segnai contro il West Ham e fu la stessa cosa. Un anno allo United ha cancellato gli otto precedenti: io e Pogba siamo stati incolpati per la caduta dello United, a lui in Australia ho detto che a Manchester avevo finito. Il Regno Unito è stato buono con me ma me ne sono dovuto andare».
Lukaku motiva la scelta di ripartire dalla Serie A con la volontà di rimettersi in gioco in un campionato molto tattico: «Ronaldo mi ha detto subito che il campionato italiano è il campionato più difficile a livello difensivo. Ha segnato gol ovunque, ma è stato il posto in cui ha avuto più difficoltà a farlo. E se pensa lui che sia difficile, vuol dire che lo è davvero. È più difficile rispetto all'Inghilterra: là il calcio è più intenso, qui è tutto schemi».
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