La maglia di Francesco Totti verso lo spazio con il razzo Vega: poi brucia nell'atmosfera

La maglia di Francesco Totti verso lo spazio con il razzo Vega: poi brucia nell'atmosfera
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 2 Agosto 2017, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 00:19
Se non proprio in orbita, la maglia autografata numero 10 di Francesco Totti inserita nel razzo Vega è finita comunque molto in alto, diciamo a 59 chilometri dalla Terra, che non è poco e che resta una quota riservata per adesso solo ai razzi, con o senza equipaggio. Un record, insomma, perché altre maglie legate allo sport sono arrivate più in alto (450 km), ma solo perché indossate da astronauti.

Poi però, questa notte, dopo un volo di poco meno di due minuti e prima di raggiungere la quota in cui la gravità inizia ad attenuarsi  (a partire dai 100 km di altezza), la casacca giallorossa è bruciata in un flash precipitando insieme al primo stadio del razzo ormai privo di carburante.

Ma che importa? Quello che conta, prima di quella fine, prima di quella catarsi, è la potenza dei simboli e dei numeri: il 10 del capitano così in alto sul razzo italiano che ha battuto ogni record nella storia mondiali dei lanciatori con 10 successi su 10 missioni. Mai accaduto prima.

Ecco come è andata: all’inizio del mese scorso, all’avvicinarsi del decimo lancio di Vega, il gioiello che l’avvocato Agnelli aveva battezzato la “500 dello spazio” (ed è un proprio un gran complimento) e che viene progettato e costruito al 65 % dall’Avio a Colleferro per conto di Esa e Asi, i club dei tifosi avevano fatto girare sui social l’idea di fissare ancora di più Totti nella gloria spedendo nello spazio la sua leggendaria maglia.

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Il club giallorosso ha raccolto l’idea così come ha fatto la stessa Avio. Poi però c’erano da risolvere numerosi problemi mica semplici: in un razzo pur di 37 metri contano i millimetri (anche meno) e contano i grammi (idem). 

Avio si è allora superata: la maglia del capitano è stata inserita nel primo dei quattro stadi di Vega, il cosiddetto P80, il motore monolitico più grande del mondo. É un bozzolo di filo di carbonio (uno dei tanti brevetti di successo di Vega) che contiene oltre 6 tonnellate di estremamente infiammabile carburante solido: è alto 7,5 metri e ha un diametro di 3,5. E lui a dare la spinta principale al razzo per spingerlo alla velocità di 28.800 kmh necessaria per vincere la forza di gravità. Il P80 funziona bruciando il carburante per poco meno di due minuti e poi, quando è vuoto, a una quota di 59 km, si stacca e precipita verso il suolo dove però non arriva nemmeno un frammento perché l’attrito con l’atmosfera incenerisce tutto.

Ricapitolando, Vega è decollato alle 3,58 di oggi 2 agosto dallo spazioporto dell’Agenzia spaziale europea a Kourou, nella Guyana francese coperta dalla giungla, quella di Papillon, e ha portato perfettamente in orbita due satelliti dopo aver fatto viaggiare la maglia del capitano verso l'immensità e la gloria.  

Ed è a quelle che in serata l’ex capitano guarderà alzando gli occhi al cielo e immaginando la traiettoria del suo più lungo lancio della carriera.
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