Milan, ora si indaga sulla vendita

Milan, ora si indaga sulla vendita
di Salvatore Riggio
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Giovedì 22 Marzo 2018, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 12:41
Nelle tante difficoltà che sta attraversando in patria il misterioso Yonghong Li (il Tribunale del popolo di Shenzhen ha ufficialmente dichiarato insolvente la Jie Ande, una delle società-cassaforte di Yonghong Li), un supporto importante al Milan arriverà dal fondo Elliott. Almeno fino al termine della stagione.
Si parla di 35 milioni di euro da immettere nella Rossoneri Sport Investment (la società di Yonghong Li con sede in Lussemburgo cui fa capo il 99% di AC Milan) qualora l’imprenditore cinese non sia in grado di far fronte autonomamente agli ultimi impegni assunti con Fininvest e dopo che il fondo Usa aveva già prestato 303 milioni per velocizzare la conclusione della cessione del Milan un anno fa. «A conferma che il fondo - dicono dall’interno di Elliott - non ha alcuna intenzione rapace nei confronti dell’ex società di Silvio Berlusconi». L’obiettivo è infatti quello di salvaguardare l’investimento. Dunque, una mossa strategica finalizzata a difendere il proprio interesse, che per il momento non sembra poter mettere in discussione la proprietà che resta a nome di Yonghong Li.
LA VICENDA
L’imprenditore cinese un mese fa, sebbene in ritardo, aveva però completato il versamento promesso di 3,3 milioni relativamente all’aumento di capitale. Adesso c’è un’altra scadenza da rispettare: 10 milioni da versare entro fine mese. Ed è qui che si presenta un ostacolo: il presidente del Milan non si è ancora fatto vivo con Elliott ed è per questo che il fondo statunitense è disposto a fare da salvagente e supportare il club di via Aldo Rossi con un impegni fino a 35 milioni. Ma dalla Cina non è ancora arrivato il benestare per questa operazione. Yonghong Li vorrebbe risolvere la situazione in maniera differente, ma ha poco tempo a disposizione.
Intanto si apprende che sulle tre «segnalazioni di operazioni sospette» trasmesse nei mesi scorsi dall’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia alla Gdf in relazione alla vendita del Milan, in Procura a Milano è aperto un fascicolo Modello 45, ossia il registro degli atti non costituenti notizia di reato. Un fascicolo, dunque, al momento senza ipotesi di reato né indagati.
LE CONSEGUENZE
La situazione non è di certo idilliaca, ma i tifosi del Milan possono tirare un sospiro di sollievo perché nessuno può «attaccare» la Rossoneri Sport Investment, società che non sarebbe toccata dal fallimento delle altre imprese di Yonghong Li. Nemmeno nella peggiore delle ipotesi: il Milan quindi non corre rischi, come un portavoce di Elliott ha confermato al Messaggero. Ma che fine farà il club di via Aldo Rossi qualora il presidente cinese non dovesse ripagare il debito di 303 milioni, in scadenza a ottobre? Sempre quanto ci ha confermato Elliott, sarebbe Fininvest a rimetterlo all’asta. Chi acquisterà il Milan, ridarà i soldi al gruppo finanziario statunitense. Marco Fassone, amministratore delegato del club, sta continuando a lavorare con Merrill Lynch, al quale è stato affidato il delicato compito di trovare un nuovo finanziatore. Altra tappa fondamentale sarà l’incontro di aprile con l’Uefa. La tutela offerta da Elliott, in assenza di un intervento di ricapitalizzazione di Yonghong Li appunto, dovrebbe distendere gli animi tra il Milan e il massimo organismo continentale calcistico. Da quel summit si capiranno le sanzioni previste per il mancato rispetto del fairplay finanziario: si va dalle limitazioni nella prossima sessione del mercato all’esclusione dalle coppe europee. Un brutto epilogo e un danno di immagine per il Milan.
 
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