Russia 2018, Mondiali meno 3: ora zitti e a Mosca

Russia 2018, Mondiali meno 3: ora zitti e a Mosca
di Benedetto Saccà
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Lunedì 11 Giugno 2018, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 16:13
 Probabilmente non ce ne siamo ancora accorti, perché in fondo non siamo coinvolti in via diretta e sentimentale. Ma forse non è inutile ricordarlo: giovedì comincerà il Mondiale. Giovedì? Quale giovedì? Giovedì fra tre giorni, quello. E bisogna sapere che sarà una competizione spettacolare, rimbalzata giù dal paese delle meraviglie e pronta a raccontare stupori e suscitare palpiti, nonostante la nostra (meritatissima) assenza. Le favorite per il trionfo saranno cinque o sei, le solite: il Brasile di Neymar (ieri tre gol nel test contro l’Austria), la Germania campione del mondo, l’Argentina di Leo Messi e la Spagna di Iniesta, la Francia di Mbappé e l’Inghilterra di Kane. Vedremo tutto, e ogni cosa, sui canali di Mediaset: e sarà un gesto inedito. Lungo e denso di curve è stato il sentiero percorso fino alla Russia: le qualificazioni, addirittura, sono cominciate il 12 marzo del 2015 (sì, del 2015). È trascorso il fiume di 1.187 giorni: per dire, ancora dovevano giocarsi gli Europei francesi, e già la Coppa del mondo si incamminava verso Mosca.
IL DECOLLO
La prima partita opporrà proprio la Russia ospitante all’Arabia Saudita. Ragioni per vederla tutta, prossime allo zero: giusto la cerimonia d’apertura, via, potrebbe valere la curiosità. Si scenderà in campo alle ore 17, e allora è il momento di annotare un paio di appunti che torneranno utili strada facendo. Di norma il calendario offrirà tre sfide al giorno durante la fase a gironi: la prima alle ore 14 italiane, la seconda alle 17, l’ultima alle 20. Mai si inizierà oltre le otto della nostra sera: eccezion fatta per Croazia-Nigeria di sabato, prevista per le 21. Chissà. Fino al chiudersi della prima fase, si scenderà in campo senza riposo. E, calendario alla mano, nel correre del mese del torneo le giornate «vuote» saranno appena sette. L’astinenza da calcio, almeno in questa estate, non sarà un problema... Due gare quotidiane assolveranno il compito di consumare gli ottavi e i quarti di finale (alle 16 e alle 20 italiane), mentre le semifinali si disputeranno il 10 e l’11 luglio alle 20. Invece, guarda un po’, la finale di Mosca la vedremo alle nostre 17. Una finale mondiale, ad affettare un pomeriggio. Strana sensazione.
LE IDEE
È naturale che le novità non mancheranno. Accreditate di un viaggio francamente non più lungo di quindici giorni, l’Islanda e Panama saranno le debuttanti nella rassegna: nel 2010, in Sud Africa, a esordire era solo la Slovacchia; come nel 2014, in Brasile, soltanto la Bosnia. Su un paesaggio simile regnerà la Var: tanto che alla fine, riflettendoci, alla tecnologia sarà riservato un ruolo di rilievo, capace tra l’altro di indirizzare le scelte avvitate al futuro. Quanto al piano tattico, scorrendo le rose delle nazionali, ci si scopre a immaginare un torneo che contrapporrà le squadre incardinate sulla brillantezza di un campione a quelle fondate sulla solidità del collettivo. È facile quindi che diventi un duello filosofico e sancisca la differenza tra due grammatiche anche estetiche. A Messi non sarà concessa neppure l’ipotesi di fallire, né l’eventualità di tracciare ancora linee deboli nel gran libro della Coppa del mondo. A Neymar piacerà misurarsi a distanza con l’ex compagno di squadra: d’altronde, comunque vada, l’età più bassa soffierà nelle sue vele. E a Cristiano Ronaldo certo non dispiacerà confermare l’evidenza che, ormai, da tempo, a dominare la terra del pallone sia lui. Ne è il vero signore. E lo è in modo netto. Come in ogni edizione, aspetteremo sorprese e rivelazioni, giocatori da non dimenticare ed emozioni da portare tra i ricordi. E sarà bello, e leggero, scoprire quale sarà l’idea di calcio che questo Mondiale custodirà.
 
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