Aveva ragione Di Francesco: uno come Radja va bene, ti serve, ti è utile anche se non è al cento per cento della condizione, perché comunque ti dà qualcosa. Sempre. Una cosa piccola o grande, non cambia. Lui non ti lascia mai con l'amaro in bocca; non ti manda mai in bianco; a lui fai fatica a rimproverare questo o quello. Esattamente come è accaduto ieri sera alle pendici di Monte Mario: cosa vuoi dirgli a uno così? Diteci: cosa? Altro che Ninja o supereroe, come l'ha definito affettuosamente Eusebio: un extraterrestre. O no? Capace di cadere e rialzarsi come si vede, questo sì, solo nei cartoni animati. Ecco perché, ad un certo punto, ci si è cominciati a chiedere: ma davvero è stato male e in dubbio fino a poche ore dal fischio d'avvio di Rocchi? Un dubbio legittimo, ne converrete. E poi uno si chiede coma mai la gente impazzisce per lui... Come fai a non spellarti le mani quando, stremato e ammaccato, esce dal campo? Impossibile. Inevitabile. Giusto.
Eccolo, Radja, dopo aver esultato insieme con i suoi compagni e Di Francesco a fine partita. «Era una partita che volevo giocare. Ci ho messo anche la firma e sono contento. Un altro mio gol al derby conta poco, conta di più il risultato. È stata una grande vittoria di squadra, abbiamo mollato un po' dopo il doppio vantaggio ma potevamo fare anche qualche gol in più. La classifica? Non faccio pronostici, non mi hanno mai portato bene. Pensiamo partita per partita, poi vedremo. Ora godiamoci questa vittoria e cerchiamo di qualificarci in Champions mercoledì. Siamo sul pezzo e dobbiamo cercare di ottenere più risultati possibili. Abbiamo iniziato pressando poco, il mister ci ha chiesto di aumentare un po' e così abbiamo vinto la partita», le sue parole. Facile a dirsi, un po' meno a farlo. Se non sei un supereroe extraterrestre...
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