GLI ALBORI
I primi calci a un pallone, Stefano li ha dati nel Tor di Quinto di Paolo Testa. Poi, nel 2006 il trasferimento (che allora fece notizia...) in Polonia, al Widzew Lodz: «Ho seguito una proposta di Zibì Boniek che mi aveva visto giocare a Roma e segnare tre gol in una partita. In Polonia ho trascorso due buone stagioni ricche anche di soddisfazioni». Al termine delle quali c'è stato il viaggio in Grecia, prima al Levadiakos e poi all'Atromitos, (143 presenze e 42 gol totali) dove ha avuto modo di debuttare anche in Europa League. «Anche quella è stata una belle esperienza, che mi ha formato sia come uomo che come giocatore», ricorda Stefano, tornato in Italia per qualche giorno di vacanza e riabbracciare la famiglia.
CON ADEBAYOR
La Turchia è diventata la sua nuova casa calcistica nel gennaio del 2016. L'Istanbul Basaksehir l'ha voluto per fare coppia nientemeno che con Adebayor. Dieci le reti segnate in una stagione e mezza, secondo posto in classifica e qualificazione in Champions: «Fino alla fine siamo stati in corsa per vincere il campionato, ma c'è mancato qualcosa. Ci proveremo nella prossima stagione questo è sicuro. Ora però dobbiamo concentrarci sui preliminari di Champions League, anche se per qualche giorno mi godo Roma e le mie sorelle, Silvia e Claudia, e la gioia di riabbracciare il presidente Testa , Moretti e Guarracino al Tor di Quinto». L'idea di tornare a giocare in Italia l'ha quasi abbandonata. «Non ci penso più come una volta. Tifo Roma e sarebbe stato un sogno poter indossare la maglia giallorossa, anche se l'unica possibilità di restare a casa l'ho intravista da ragazzo, quando ho rischiato di finire alla Lazio. Purtroppo, però, in Italia il talento a volte da solo non basta perché si inseriscono altre dinamiche a volte incomprensibili».