Politica, nazionalismi e Ku Klux Klan: ecco i White Boys, tifosi guerriglieri

Politica, nazionalismi e Ku Klux Klan: ecco i White Boys, tifosi guerriglieri
di Emiliano Bernardini
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Giovedì 15 Marzo 2018, 12:45
dal nostro inviato
KIEV Si fanno chiamare White Boys e sono la frangia più oltranzista dei tifosi della Dinamo Kiev. Il loro nome ha un duplice significato: il bianco come colore della maglia ma soprattutto della pelle. Il 21 aprile del 2017 durante il derby contro lo Shakhktar hanno inscenato una coreografia con simboli nazisti e un inequivocabile striscione a corredo: 100% bianchi. L'obiettivo i tanti giocatori di colore della squadra avversaria. In passato si sono fatti fotografare sulle tribune dell'Olimpiyskiy con cappucci del Ku Klux Klan. Il grado di allerta da parte della Uefa è altissimo visto che il 26 maggio proprio qui si giocherà la finale di Champions League. Stasera sarà un altro banco di prova anche se non ci saranno i laziali. Motivi politici legati ad una bandiera del Donbass esposta da uno dei biancocelesti a Bucarest. L'Ucraina è in subbuglio dal febbraio 2014, con le forze filorusse ad Est, proprio nel Donbass, regione ricca di grandi giacimenti di carbone. Lì la guerra è scoppiata in seguito al rovesciamento del presidente Viktor Yanukovich.
LA RUSSIA NEMICO COMUNE
A poco più di un quarto d'ora a piedi dallo stadio della Dinamo c'è un piccolo locale che ospita il negozio dei White Boys. Sciarpe, cappelli e maglie di ogni genere. Tantissime quelle anti-Putin. Organizzati, risoluti, pronti alla guerriglia urbana e il Nazionalismo come filosofia di vita. Il 13 febbraio del 2014 hanno aderito, così come la maggior parte dei gruppi ultras della Premier League ucraina, ad una sorta di tregua nel nome della comune appartenenza al popolo ucraino. Sono scesi in prima fila negli scontri durante la rivoluzione dell'Euromaidan difendendo i manifestanti dalle forze governative e soprattutto dai titushky. Gli agitatori inviati proprio dal Governo per creare disordini durante le proteste. Prendono il nome da Vadym Titushko, un ex talento delle arti marziali che, pur non avendo interesse per la politica, si ritiene abbia messo i propri servizi a disposizione del governo.
BATTAGLIONE AZOV
Il Donbass è una questione scottante. Per molti è quasi una ragione di vita. Diversi ultras della Dinamo Kiev si sono uniti al Battaglione Azov, quello delle milizie volontarie ad est. «Alcuni sono morti, altri sono tornati con ferite sul corpo e nell'animo» ci racconta uno dei ragazzi. Quella bandiera ha rappresentato un affronto troppo grande. Ecco il motivo del divieto assoluto di trasferta. Qualcuno però all'Olimpiyskiy ci sarà, circa una decina. Hanno comprato il biglietto come supporters comuni. Niente tifoseria organizzata. Un'altra limitazione legata alle tensioni politiche che si somma a quella che ormai da tre anni impedisce, anche ai quarti, incroci tra squadre russe e ucraine. Il 26 maggio però davanti alle televisioni di tutto il mondo dovrà essere lo sport l'unico protagonista.
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