Real-Liverpool, Ronaldo-Salah: the Champions

Real-Liverpool, Ronaldo-Salah: the Champions
di Bruno Saccani
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Sabato 26 Maggio 2018, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 12:58

Una volta Ronaldo che non ha davanti Messi, si ritrova Salah, ovvero l’altro Messi, quello d'Egitto. Momo - quello del Liverpool - è alla fine di una stagione vissuta, per numeri e prestazioni, (quasi) alla pari con Leo. E stasera l’egiziano - al netto del Ramadan che pare abbia eccezionalmente interrotto - avrà davanti quel mostro sacro di Cristiano, quello del Real Madrid, quello della rovesciata magica a Torino e quello dei centoventuno (compreso un preliminare) gol in carriera nella competizione più importante in Europa. Cen-to-ven-tu-no. Una sfida a colpi di gol, almeno è quello che possiamo immaginare/sperare alla vigilia. E lo score di questa Champions? Ronaldo ha giocato 1080 minuti, regalando 15 gol, Salah, invece, 899 minuti segnando 10 volte. Due trascinatori, con una grossa differenza: uno ha trentatré anni, l’altro appena venticinque. E la scalata per arrivare agli stessi successi del portoghese - per Salah - è lunga. Stasera può lievemente accorciare e già sarebbe una grossa soddisfazione. «Un sogno», ha confessato il numero 11 del Liverpool. Un abitudine, invece, per Cristiano, che di Champions ne ha vinte in abbondanza: solo tre con il Real (e una con il Manchester), che in totale ne ha collezionate dodici. Mentre il Liverpool ne ha alzate cinque, l’ultima contro il Milan nel 2005.
REMAKE
Il match di stasera, stadio NSC Olimpiyskiy di Kiev, è la rivincita della Coppa Campioni del 1981 e la notte dei rimpianti per le italiane, Roma e Juventus, eliminate dalla due finaliste in modi un po’ (molto) strani. Legati più ai clamorosi errori arbitrali che alla superiorità tecnica dell’avversario. Tornando al 1981, al Parc des Princes di Parigi vincevano i Reds la rete di Alan Kennedy. Era il grande Liverpool di Dalglish e Souness, che qualche anno dopo sconfisse la Roma in finale all’Olimpico. Ma era anche il solito grande Real di Santillana, Stielike, Camacho e Del Bosque. Tanta bella gente, insomma. Un po’ come stasera. Il Liverpool era guidato da Bob Paisley, le merengues da Vujadin Boskov. Sfida tra tecnici prestigiosi all’epoca, sfida tra tecnici prestigiosi stavolta: Zidane contro Klopp. Quella del 1981 fu l’ultima sconfitta dei Blancos in finale. Klopp si affida al tridente delle meraviglie composto, appunto, da Salah, Firmino e Manè, pure lui alle prese con il Ramandan, mentre Zizou cala gli assi di Isco, Ronaldo e Benzema. Gli spagnoli puntando alla quarta Champions in cinque anni. La storia dice che non c’è match, ma la storia conta poco appena fischia l’arbitro. Ronaldo contro Salah, Klopp contro Zidane, due allenatori con filosofie opposte. Zero titoli fino a ora per gli inglesi, per il Real, Zizou ha messo già in cassa le Supercoppe Europea e di Spagna e il Mondiale per Club. «Una finale di Champions è qualcosa di fantastico. Dobbiamo essere convinti, freschi e calmi. La finale raggiunta col Dortmund nel 2013? Ero più emozionato. Zidane? Trovo divertente che la gente pensi che non abbia conoscenze tattiche, e molti lo pensano anche di me. Siamo il Liverpool. Non siamo solo un’ottima squadra di calcio. Questo club ha nel suo Dna il fatto che può davvero fare grandi cose.Siamo qui proprio perché siamo il Liverpool», le parole del tecnico tedesco. La replica di Zidane: «Per vincere bisogna saper soffrire... o sapere come far soffrire l’avversario». Chiaro, no?
 

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