I PASSIVI
La Roma torna statica, piantata, passiva. Mentre là in mezzo ci vogliono due intermedi di gamba, che sappiano accompagnare il primo pressing (degli attaccanti, a Madrid passivi pure loro nelle aggressioni). Nzonzi e De Rossi possono essere coppia in un 4-2-3-1, forse. Come lo erano Pizarro e De Rossi, con quest’ultimo nel pieno della sua gioventù e della sua esplosività, purtroppo portata via dagli anni. Da una questione tattica a un’altra. Che coinvolge il giovane Kluivert, ma non perché è andato in tribuna, ma per i motivi per cui ci è finito: «la tribunetta che fa bene a qualcuno» (citando Di Francesco) diventa un problema. Il nuovo che non avanza lo è sempre (un problema), perché significa non dare forza agli acquisti (non solo i ragazzi, ma il discorso vale anche per Pastore, tornato in gruppo). Come potrebbe diventare un boomerang il messaggio dato dal tecnico con Zaniolo titolare a Madrid. Coric e Luca Pellegrini altri personaggi in cerca di autore: zero minuti fino a qui. Magari il messaggio è arrivato anche a loro. Kolarov è in difficoltà, possibile che Santon sia meglio di Pellegrini? Possibile. Anche Coric, perché non gioca mai mai?
LO ZOCCOLO MORBIDO
Forse un giorno sapremo che non è pronto nemmeno lui, così come Kluivert (citando ancora Di Francesco). Ma qui il problema non sono solo i giovani, ma pure gli anziani, che appaiono stanchi (Kolarov, Fazio), intristiti (Dzeko) e ancora lontani dai vecchi standard (Perotti, Manolas). Olsen è la sorpresa. Il portiere che para tanto: non un buon segnale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA