Roma, De Rossi: «Passare il turno per affermarci in Europa. Spalletti? A Roma qualche casino l'ha fatto»

Foto Gino Mancini
di Gianluca Lengua
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Lunedì 4 Dicembre 2017, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 08:19

L’episodio di Genoa-Roma. «Ho parlato per primo, ho chiesto scusa. Di più non posso fare, se non concentrarmi sulle prossime partite. La prossima è davvero molto importante, pensare a quello che è successo a Genova non mi aiuterà». 
 



Lo striscione in Curva Sud. «Quando sono stato in difficoltà, loro si sono schierati dalla mia parte. Ero a casa quando lo hanno esposto perché squalificato e non potevo entrare negli spogliatoi, ma sono stato felice. Mi ha fatto molto piacere. Promesse? Meglio non farne, ma domani sera dipenderà tutto da noi».
 
Il Qarabag. «Sarà come tutte le partite importanti che giochi, come un derby. Sono partite importanti, da vincere, da aggredire. Abbiamo un modo di affrontare le partite sempre molto simile che ci ha dato grande convinzione. Bene o male siamo quelli, è uno dei nostri punti di forza».
 
La Champions. «Mi ha regalato grandi serate di gioia, ma anche grosse e cocenti delusioni. Ma sempre in linea con la nostra realtà, che non ti permette di fare troppi sogni su questa competizione. Il passaggio di domani è un passaggio fondamentale per la nostra dimensione europea. Non mi ricordo un girone così, sarebbe una bella immagine da esportare in Europa». 
 
Complicato sostituire Spalletti. «Avevo ragione, era complicato non impossibile. In quei giorni si parlava di quell’allenatore, che passava come uno sprovveduto. Qualche casino l’ha fatto, sapete cosa è successo, del clima con Francesco. Ne abbiamo risentito un po’ tutti. Ho detto difficile, non impossibile. Ora facciamo gli scongiuri per domani, ma credo che i 6 mesi del mister siano i migliori di un allenatore all’inizio con la Roma. Se fossimo partiti così l’anno scorso forse avremmo vissuto lo stesso».
 
Lo stadio della Roma. «È molto importante per la Roma, ma non è la nostra priorità ora. Nel 2021 avrò 38 anni, mi sembra un po’ difficile. Anche se mentalmente e fisicamente sto bene, però poi ci sono altre problematiche e di qualità che devi avere per giocare fino a 38 anni. L’importante è giocare gli ottavi di finale».
 
Le squalifiche. «Un giocatore che gioca 16 anni e prende due giornate di squalifica all’anno. La matematica è evidente. Non ho saltato un anno della mia carriera. Ho fatto cose che hanno fatto sembrare più grandi gli errori. Non ho saltato un anno, avete scritto male. Ho anche pagato quando ho sbagliato. Domani sarò presente in campo, o comunque nello spogliatoio».
 
I calciatori. «È risaputo che il calcio che viviamo noi sia diverso da quello che conoscete voi. Ci sono giocatori eroici che poi nello spogliatoio se la fanno sotto. Noi sappiamo veramente quello che succede. Chi mi conosce mi considera un buon compagno, ma non ho jolly da giocarmi. Ho pagato e pagherò. Ho la sensazione che i miei compagni mi ritengano una persona perbene, uno che non gli volterebbe le spalle se succedesse a loro. Mi schiero sempre dalla parte dei miei compagni».
 
L’obiettivo prima di finire la carriera. «Non so se sarebbe realistico. Ho sempre detto che vorrei smettere prima di non farcela più. Se fai più fatica e fai male a 34/35 anni, dal mio punto di vista, non sarei mai legato a questo lavoro a tal punto da farlo stando male. Quest’anno mi diverto. Dire ‘non smetto finché non vinciamo lo scudetto’ sarebbe da folli. Mi auguro di vincerlo il prima possibile. Se fosse impossibile, forse avrei già smesso. Secondo me non è impossibile che succeda».
 

De Rossi a Mediaset

Le è dispiaciuto leggere che qualcuno pensava di toglierle la fascia?
«Non ho letto niente, è una tattica che funziona. Immagino ciò che è stato scritto, sulla fascia dipende dai singoli allenatori. Di Francesco mi ha voluto in conferenza ed è stato un attestato di fiducia, spero di ripagarlo».

La Roma ha cambiato il proprio DNA cercando di proporsi sempre calcio.
«Mi piace l’atmosfera nello spogliatoio tra noi e lo staff del mister, non è scontato quando arriva un allenatore nuovo. Abbiamo visto un cambio netto tra quello che riuscivamo a capire prima e ciò che capiamo adesso».

La Roma può guardare l’Inter?
«Noi dobbiamo recuperare la partita il 24 gennaio, se dovessimo vincere saremmo a due punti dall’Inter: sarebbe assurdo dire che non possiamo competere. Nello scontro diretto avremmo meritato di vincere, ma anche loro adesso avranno capito di più cosa vorrà Spalletti da loro. La capolista spesso dipende dagli episodi, come successo in quella partita di agosto».

Ora che qualche giorno è passato dalla delusione in Nazionale, che pensieri ritornano?
«Faccio come con i giornali, non ho guardato il sorteggio e probabilmente non guarderò i Mondiali quest’estate. È una delusione che si accantona perché ci sono partite importantissime con la Roma, ma quando si riprenderà a parlare delle Nazionali sarà una delusione che tornerà fuori e farà male come quella sera lì».
 
 

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