Roma, De Rossi: «Under? Vedo il nuovo Salah. Senza Totti inizio scioccante»

foto Mancini
di Gianluca Lengua
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Venerdì 25 Maggio 2018, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 16:45
Sarà l’ultima stagione da calciatore della Roma di Daniele De Rossi, il numero 16 ha conquistato una semifinale di Champions vivendo uno dei momenti più importanti della sua carriera professionale. Nel suo ultimo anno il desiderio è quello di alzare un trofeo con la maglia che ha sempre onorato e rispettato in campo e fuori, non accettando le offerte di blasonati club europei: «Il nostro obiettivo è dare sempre fastidio alla Juventus, come ha fato il Napoli quest’anno, e toglierli lo scudetto dal petto», ha detto il centrocampista in un’intervista fotografica a Roma Tv. Daniele ripercorre l’intera stagione, la prima senza Francesco Totti: «Dal 28 maggio è cominciata una nuova vita, per Francesco ma anche per i romanisti. Non vederlo più in campo con la fascia è scioccante per i tifosi, ma anche per noi. La prima stagione senza di lui è stata complicata. Sono contento che sia andata molto bene come risultati e atmosfera, perché non era facile togliere un simbolo così grande a tanta gente e riuscire a ricreare questo entusiasmo senza lui a deliziarci. All’inizio è stato difficile anche per lui, ora lo vedo a suo agio. Anche i giocatori lo riconoscono come una figura dirigenziale e non più come un compagno che fino al giorno prima faceva battute. E’ sempre il cazzarone di una volta e si sta ritagliando il ruolo che spero ricoprirà in futuro magari in veste ancora più importante». 

L’ACQUISTO GIUSTO
Tra i nuovi arrivi targati Monchi (« Non è secondo nessuno, ha grande ambizione e voglia di essere presente»), quello che più ha colpito De Rossi è stato Cengiz Under: «Non aveva fatto parlare di se come ha fatto dopo il Verona. Mi piace come giocatore, è il mio figlioccio. Gli dico sempre che deve imparare l’italiano, ma il futuro è dalla parte sua ed è stato un colpo incredibile di Monchi. È giovane ed ha avuto un exploit nella seconda parte della stagione. Lui, come Salah, ha l’occhio buono, mi piacciono entrambi, ma Salah ha dimostrato di più perché è più grande. Se dovessi scommettere su qualcuno che possa fare come Momo è proprio Under». 

MIRACOLO CHAMPIONS
Il terzo posto in campionato ha garantito la Champions League il prossimo anno e quindi la possibilità di raggiungere ancora una volta la semifinale, un traguardo arrivato dopo un match storico all’Olimpico contro il Barcellona: «Li avevamo studiati parecchio. Subito dopo il sorteggio Di Francesco disse di pensare al campionato, poi in privato ci ho parlato e mi ha detto che erano battibili e che avevano dei punti deboli. La forza di questa squadra è il gruppo, i giocatori che magari non sono stati protagonisti, ma guardandoli in faccia capiamo quanto hanno voluto questo passaggio del turno. Guardare i video degli avversari è fondamentale. È un risvegliare la coscienza dei giocatori. Sapevamo che ci voleva un miracolo. Poi se la rigiochiamo tante volte magari non la vinciamo 3-0, ma come non perdiamo 4-1 lì. I tifosi? Non erano venuti per fare le foto a Messi ma erano consapevoli che potessimo farcela, loro più di noi. E’ stato un crescendo di intenti tra noi e loro, deve essere un amore così». Poi è arrivata la delusione di Liverpool: «Ci siamo andati vicino, abbiamo fatto una grande partita, se avessimo fatto il 3 a 2 su rigore forse avremmo raccontato un’altra storia. Andiamo avanti, eravamo tutti tristi. A qualsiasi giocatore, però, c’era da dire di guardare la Sud con lo stadio che ti applaudiva ed è da lì che si deve piantare il seme della vittoria e questa è una base calcistica per i prossimi 10 anni. Salah? È una giocatore eccezionale, merita quello che ha ottenuto quest’anno». Tra i grandi protagonista della Champions c'é Dzeko: «L’anno scorso ha  fatto quasi 40 gol, quest’anno ne ha fatti meno ma certe partite le ha vinte praticamente da solo. Si è caricato la squadra sulle spalle, è stato un trascinatore per fisico e attitudine in campo».

RINFORZI
Con i risultati ottenuti nella stagione appena terminata, qualcosa deve essere cambiato anche in Pallotta: «Al di là del suo essere eccentrico ho visto la sua voglia di vincere negli occhi. Vuole creare qualcosa di grande. Quando viene sa tutto: come si montano le telecamere o chi ha fatto rumore, è informato su tutto pur stando dall’altra parte del mondo. Sa il fatto suo, è uno dei numeri uno in America e vuole esserlo nel calcio. Adesso ha capito cos’è il calcio in Italia ed è entrato pienamente nel ruolo. Mi auguro che continui a rinforzare la squadra con la dirigenza».
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