Roma, De Rossi: «Sento di essere vicino alla fine. Ronaldo? Non è scritto che la Juve vincerà»

De Rossi (foto Tedeschi)
di Gianluca Lengua
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Lunedì 16 Luglio 2018, 10:37
Il Daniele De Rossi che si approccia a quello che, ad oggi, potrebbe essere il suo ultimo ritiro con la maglia della Roma, è un calciatore più saggio, consapevole de propri mezzi e dell’opportunità che sta vivendo nonostante i 34 anni. Il capitano della Roma ammette senza giri di parole quanto sia vicina la fine della sua carriera calcistica e quanto sia duro allenarsi per tentare di prolungarla: «Mi fa sentire vecchio vedere Bianda che è del 2000, Riccardi del 2001 e mia figlia del 2005. Questo ti fa effetto, anche in un semplice contrasto in allenamento non bisognerebbe guardare in faccia a nessuno, ma bisogna stare attenti a chi si ha davanti. Anche a una parola detta a un compagno di 25 anni, bisogna dirla in maniera diversa a un ragazzo di 18 o 19 anni. Il ritiro, le corse, lo stare lontano dalla famiglia non fanno mai tanto piacere, ma più invecchio e più cerco di godermela perché ti rendi conto di essere vicino alla fine», ha detto De Rossi a Roma Tv. Saggezza, dunque, che ha portato il numero 16 a una interessante consapevolezza dei propri mezzi: «Quando ero giovane entravo in campo e tiravo delle ‘bombe’ a freddo…Adesso a partire dalle 7 faccio il riscaldamento, poi attivazione: è tutto un altro sport. Anche a 25 anni sarei stato meglio con questo allenamento». Poi il paragone con un grande del basket americano e l’incontro in nazionale con Antonio Conte che lo ha folgorato: «Lui ti fa rendere conto che stai calando o che avresti calato in futuro: cominci allora a lavorare in maniera diversa, e ti piace ancora di più quello che fai, quello che diventi. A 34 anni non è detto che debba andare più piano degli altri. Lebron James fa dei campionati migliori adesso rispetto a quelli che faceva a 25 anni: se lo puoi fare lui che è un campione, posso farlo anche io».

La grande rivale Juventus si è rinforzata ancora di più acquistando Cristiano Ronaldo e dimostrando di non puntare solo campionato, ma anche alla Champions League: «È un beneficio per il calcio italiano, ma sopratutto per la Juventus che lo ha preso perché vuol dire che puntano a qualcosa più in alto. Vincere sette scudetti significa che stai facendo le cose fatte bene e che hai ammazzato il campionato. Comprare il giocatore più forte del mondo vuol dire che stai puntando sempre più in alto, poi in realtà si dovrà ambientare, la squadra giocherà per lui, non tutto è scritto, ma a bocce ferme è partire due piedi più avanti rispetto agli altri. Comprando lui, loro puntano alla Champions e il campionato lo danno per scontato, ma non è scritto che li vinceranno». In chiusura un focus sui nuovi acquisti della Roma: «Pastore mi piace molto, io sono  amico di Sirigu e Verratti e ne ho sempre sentito parlare bene. È piacevole condividere lo spogliatoio con lui perché educato. Avrà bisogno di tempo per prendere il ritmo italiano, lì al Psg è bello essere più forti di tutti, loro ammazzavano davvero il campionato e i ritmi partita si possono anche abbassare. Dovrà prendere una parvenza di fisicità perché qui in Italia è più complicato».
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