Roma, Di Francesco: «Contro il Real per crescere». De Rossi: «Il mio futuro? E' presto»

Roma, Di Francesco: «Contro il Real per crescere». De Rossi: «Il mio futuro? E' presto»
di Gianluca Lengua
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Martedì 7 Agosto 2018, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 12:15

La Roma nella notte tra martedì e mercoledì (ore 2,05) affronterà a New York il Real Madrid nell'ultima partita della tournée americana. «Farò ruotare molti giocatori, cercando di portare tutti allo stesso minutaggio. Non vi aspettate una formazione come dite voi "titolare" in vista dell'inizio del campionato», ha detto Di Francesco che aggira il discorso mercato in entrata, ma lascia intendere che qualcosa potrebbe accadere entro la fine dei giochi: «Credo che tante squadre possano fare altro in entrata e in uscita. Solo alla fine potremo fare valutazioni». 
 
La tournée. «Credo sia stata positiva, per l’organizzazione e la qualità dei campi. Per un insieme di cose. Sono contento che siamo riusciti a lavorare in un certo modo, anche se ovviamente gli spostamenti sono quelli che hanno creato qualche problemino, come il fuso orario. Per il resto sono molto contento per come ha lavorato la squadra».
 
Real Madrid-Roma. «È il modo per continuare a conoscere meglio la crescita della squadra e alcuni giocatori che sono arrivati adesso. Tanti altri li conosco, quindi non ho bisogno di vedere le qualità. Per me è molto più importante conoscere i nuovi e capire come si sono amalgamati con i vecchi, a prescindere dal discorso campionato».
 
Marcano. «Per me tutti sono da prendere in considerazione immediatamente. Marcano deve avere continuità per assimilare i concetti difensivi che sono inizialmente difficili da comprendere, anche se ho trovato grande disponibilità da parte sua e di questo sono contento. Il fatto che possa iniziare subito titolare in campionato o meno non significa nulla. Non esiste solo il campionato nell’anno della Roma: esistono altre competizioni importantissime e io voglio vedere tutti i miei giocatori protagonisti, tra cui Ivan che ritengo si sia integrato veramente bene».
 
Mercato. «Non mi sembra il momento di fare griglie. Il mercato non è chiuso per nessuno: credo che tante squadre possano fare altro in entrata e in uscita. Alla fine potremmo fare delle valutazioni. Noi come Roma abbiamo preso giocatori interessanti e di prospettiva».
 
Kluivert. «Valuteremo in questi giorni la sua crescita: ha già una buona condizione, è molto giovane. Il fatto che possa fare il titolare è possibile, ma lo è per tutti. Dipende sempre da quello che mi dimostreranno giorno dopo giorno e quelle che saranno le mie valutazioni. Lo abbiamo preso per essere protagonista, lui ha desiderio, voglia e sorriso per cercare di imparare quello che gli chiedo».

Daniele De Rossi era accanto a Di Francesco nella conferenza-stampa di presentazione della sfida con il Real. Il capitano ha il contratto in scadenza, potrebbe essere questa la sua ultima stagione alla Roma, ma con freddezza pragmatismo è pronto a giudicare le sue prestazioni prima di firmare un nuovo accordo: «Non abbiamo parlato di un anno, due anni, o dirigente o allenatore. Farò una grande stagione e poi vediamo: non sono alla ricerca di un anno di contratto, ho guadagnato tanto in carriera».
 

Il centrocampo. «Sono arrivati giocatori con grande qualità e di grande talento. Ognuno ha le proprie caratteristiche, ognuno si sta inserendo a seconda di quelli che sono i propri ritmi e i propri problemi che si possono incontrare entrando in una nuova squadra. Alcuni possono avere una piccola difficoltà sul ritmo o sugli schemi diversi del mister, altri molto giovani come Coric devono capire tante cose a livello tattico. Ma i vari Cristante, Coric, Pastore sono pieni di talento».
 
Mix di giovani e senatori. «Non credo che siano arrivati così tanti giovani rispetto agli altri anni, o che ne abbiamo tanti rispetto alle altre squadre. Il grosso della squadra è equilibrato, anche guardando il Napoli, la Juve, l’Inter e il Milan. L’importante è che i giovani siano forti e i meno giovani siano in forma. Non sono cose che mi riguardano, ma l’età conta sempre di meno nel calcio. Dipende certo quanto giovani sono: se hanno 16 o 18 anni avranno sicuramente un periodo di adattamento ma non mi sembra che la nostra sia una squadra più giovane delle altre».
 
Il mercato. «Un minimo di notizie mi arrivano. È giusto che io valuti i compagni che ho accanto:  ma anche io  mifaccio mille domande, mille valutazioni, vedo tutto quello che mi circonda, ma è giusto che parli dei compagni, di quelli che affronteranno la stagione. Per ora ho Gonalons al mio fianco: un grandissimo giocatore, qualche difficoltà iniziale e poi una stagione in crescendo. Un ragazzo amato da tutto lo spogliatoio ed è un ottimo giocatore da avere accanto. Il resto sarà la società a decidere come migliorare questa squadra».
 
Il futuro. «Io mi sono sentito fino all’anno scorso e fino a questa mattina un calciatore forte, lo devo dimostrare tutto l’anno. Non sono decisioni che mi piace prendere un anno prima. Monchi mi ha fatto sentire la sua vicinanza non solo dal punto di vista calcistico ma anche umano, mi ha parlato a fine campionato facendomi capire che ci tengono a me anche a livello umano. Non abbiamo parlato di un anno, due anni, o dirigente o allenatore. Farò una grande stagione e poi vediamo: non sono alla ricerca di un anno di contratto, ho guadagnato tanto in carriera. Mi piacerebbe fare una grande stagione, mi piacerebbe vincere qualcosa di importante con questa maglia e sono assolutamente terrorizzato a pensare di trascinarmi in campo fino a 37, 38 o 39 anni. Non mi piace fare le figuracce: se non starò più in piedi non andrò a rubare i soldi da un’altra parte. Se dovessi andar via mi è perché vorrò fare un’altra esperienza che come sempre ho detto mi affascinerebbe: primo su tutti in questo Paese. Ma finché riuscirò a stare nella Roma non c’è questa fretta. C’è un anno davanti e ne riparleremo più avanti». 
 
Pastore. «Non entro nel merito di dove dovrebbe giocare. Penso che la maggior parte dei giocatori che hanno la qualità e il talento possono adattarsi in tutti i ruoli. È un giocatore intelligente. Lui ha giocato spesso trequartista, ogni partita ha le sue esigenze, il mister sa cosa chiedergli: potrebbe essere un trequartista eccezionale, potrebbe fare l’esterno come a Palermo o la mezzala come faceva Di Maria nel Real Madrid: sta al tecnico trovargli la collocazione, fermo restando che si giocherà il posto con qualcuno. Mi preoccupano poco i giocatori così intelligenti e talentuosi».
 
 
 

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