Di Francesco: «Non ho bisogno della fiducia di Pallotta, ma dei miei calciatori»

Di Francesco: «Non ho bisogno della fiducia di Pallotta, ma dei miei calciatori»
di Gianluca Lengua
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Martedì 25 Settembre 2018, 13:53 - Ultimo aggiornamento: 15:48

Eusebio Di Francesco si gioca il futuro nella partita contro il Frosinone e il derby di sabato. Il tecnico nella conferenza stampa alla vigilia del match contro i ciociari commenta il disgusto di Pallotta: «Mi sarei preoccupato se lui fosse stato felice. Non c’è bisogno di sentire la fiducia di nessuno. I calciatori hanno bisogno di me e io ho bisogno di loro. Solo insieme possiamo uscire da questo momento». Ecco le parole del tecnico.  
 
La squadra in ritiro. «È stato voluto dalla società e da me per ricompattare le cose ed esaminare insieme le cose».
 
Il Frosinone. «Lo dicono i dati e i numeri e l’atteggiamento tattico per diverse cose Frosinone e Bologna si assomigliano e siamo obbligati a cercare i tre punti». 
 
Il mercato estivo. «È un errore parlare di questo adesso, io devo pensare a lavorare e valorizzare la rosa anche se adesso non ci sto riuscendo. Siamo alla quinta giornata e dobbiamo dimostrare quello che sappiamo fare, la Roma deve essere superiore dal punto di vista dell’organico. I giudizi sul mercato in questo momento non sono corretti». 
 
Dzeko. «Giocherà o lui o Schick. Giocando sabato il derby e poi la Champions farò una valutazione».
 
Karsdorp. «Il motivo della non convocazione è tecnico, non c’è stata una lite con il ragazzo. È uno dei terzini e in base a quello che vedo scelgo, sta a lui dimostrare di riprendersi il posto in allenamento». 
 
La fiducia di Pallotta. «Mi sarei preoccupato se Pallotta fosse stato felice più che disgustato Non c’è bisogno di sentire la fiducia di nessuno». 
 
Il nervosismo. «Ce l’abbiamo tutti quando le cose non vanno bene. In ritiro siamo andati per capire cosa non va. I calciatori hanno bisogno di me e io ho bisogno di loro. Solo insieme possiamo uscire da questo momento,  puntare il dito è sbagliato. Sappiamo che non stiamo facendo bene, ma che possiamo risalire la china».
 
Uomini o calciatori. «Quando le cose non riescono tutti dobbiamo tirare fuori qualcosa in più. Manca la continuità, l’approccio anche a Bologna è stato buono. Dobbiamo ritrovarci. Chi non gioca col Frosinone non vuol dire che per me non è uomo. Ho bisogno di ritrovare quelli che hanno dimostrato in tante difficoltà di essere anche uomini. Abbiamo bisogno sempre di questo».
 
Il secondo gol del Bologna. «Non si può essere stanchi al 60esimo. Era una fase di temporeggiamento, eravamo messi male nella fase preventiva. Marcano è quello che si è avvicinato di più a Santander, e lui era quello più lontano. Santander è combattivo, è quello che ha fatto più scatti di tutti e va sottolineato, anche se è stata una nostra carenza. I nostri errori nascono dalla determinazione e della interpretazione negativa».
 
I comportamenti. «Voi non avete mai visto i giocatori litigare veramente, ma magari litigassero ancora di più. Vorrebbe dire che ci sarebbe voglia di prendersi le responsabilità. Avere quel senso di appartenenza e amor proprio, io batto su quello e sono convinto che lo tireremo fuori. Siamo tutti in discussione, ma c’è la voglia di rispondere in maniera differente, non sempre ci si riesce ma bisogna farlo e basta». 
 
Giocatori adattati. «L’anno scorso con El Shaarawy a destra sono passato per fenomeno. Kluivert è un ala, chi ve lo dice possa giocare solo a sinistra? È un esterno offensivo, ha avuto 2-3 palle gol. Su Marcano siamo d’accordo. Cerco di non mettere i giocatori in difficoltà. Sul gol di Mattiello, Marcano c’entra relativamente. Pastore? Proveremo a trovare la situazione migliore. Può fare la mezzala e il trequartista, cercheremo di aiutarlo, sono qua per questo. Vedremo alla fine chi ha ragione. Sono sicuro di poter dare la possibilità a tutti di trovare il ruolo giusto».
 
Perotti. «È infortunato, si è fatto male al flessore ieri ha fatto esami ed è stato diagnosticato l’infortunio. Cercheremo di averlo a disposizione contro l’Empoli».
 
Le risposte della squadra. «Se vedessi che la squadra che non fa quello che chiedo io sarei il primo a mettermi da parte. È come la lite tra Florenzi e Dzeko che è venuta fuori, non c’è stata nessuna lite tra loro, può esserci si può discutere su come si vuole una palla, che è normale».

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