Roma, Dzeko: «Ho due anni per vincere lo Scudetto. Trionfare nel derby rende più bella la vita dei tifosi»

Roma, Dzeko: «Ho due anni per vincere lo Scudetto. Trionfare nel derby rende più bella la vita dei tifosi»
di Gianluca Lengua
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Lunedì 13 Novembre 2017, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 12:10

Da quasi cinquanta giorni Edin Dzeko non segna in campionato, ma questo non ha impedito alla Roma di Di Francesco di inanellare vittorie e restare in scia con per i vertici della classifica. Un campionato avvincente, con Napoli, Juventus, Inter, Lazio e Roma appaiate, pronte a darsi battaglia per sfruttare un errore dell’avversario e tentare la scalata. Il primo sorpasso della Roma potrebbe avveniere sabato prossimo quando alle 18 si giocherà il derby: «Per chi non lo vive è difficile capire: se vinci per i tifosi la vita è più bella. Finalmente le proteste sono finite, quindi vivrò il derby più caldo. Sfide così in uno stadio semi-vuoto erano tristi», ha detto Dzeko in un’intervista alla rivista tedesca "Kicker". Il bosniaco da tre anni in Italia fa anche un’analisi sulla Serie A e promette: «Mi sento bene come mai, ho ancora un paio di anni per portare lo scudetto alla Roma e ripetere quanto fatto con Wolfsburg e Manchester City. La Juve dal 2011 è troppo forte per gli altri. Hanno speso 90 milioni per Higuain. Se spendi tanto e non vinci c'è qualcosa che non torna. Quest'anno, però, è più equilibrato, anche se restano i favoriti».

Il primo anno di Edin in giallorosso non è stato semplice, criticato per i troppi gol sbagliati è riuscito a reagire anche ad alcune maglie con la scritta Edin "cieco": «Il primo anno sono andato male perché al City durante la preparazione estiva non mi avevano fatto giocare sapendo che me ne sarei andato. Fisicamente quindi ero fiacco. Se poi cominci a non segnare inizia a pesarti anche psicologicamente. Inoltre dovevo ambientarmi in questo campionato che è difficile. Archiviamo quella prima stagione: è stata d'insegnamento. Con i nuovi mezzi di comunicazioni hanno tutti qualcosa da dire. Se un addetto ai lavori mi critica lo accetto, ma purtroppo giudicano molti che in realtà non capiscono nulla. Non siamo robot, abbiamo alti e bassi. I tifosi a Roma sono incredibilmente fanatici. Il calcio qui a volte assume un'importanza esagerata. Allo stesso tempo però giocare davanti a loro ti trasmette entusiasmo e ti dà una spinta in più». 

Chiusura sul Var: «A volte dopo un gol è strano perché non sai se esultare o aspettare che l'arbitro abbia controllato l'azione attraverso il Var. Ci si deve ancora abituare. Ma deve essere ben dosata, senza usarla troppo».

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