PANCHINA AD OROLOGERIA
Di Francesco, passando da un match all’altro, è consapevole di come la fiducia, sventolata di nuovo in pubblico da Monchi, sia solo a tempo. È come se mettesse in palio sempre il posto. Ormai se sbaglia, lo lascio al prossimo collega che passerà il convento. Rischia a Plzen, di sicuro domenica con il Genoa. Sembra improbabile che salti stasera contro il Viktoria, battuto il 2 ottobre all’Olimpico con il risultato più largo della storia giallorossa in Champions (5-0). Ma l’eventuale figuraccia lo avvicinerebbe all’esonero: Pallotta è stato inequivocabile proprio con il ds, il principale difensore, insieme con Totti, del tecnico. La Roma, secondo Monchi, è però viva. Fa la partita e crea chance, nonostante i forfait di titolari come De Rossi, Lorenzo Pellegrini, El Shaarawy e Dzeko. Ma si ferma poi sul più bello, con il solito cortocircuito. Gaffe dei singoli e di squadra, da eliminare per tornare in corsa per il 4° posto, obiettivo fondamentale per il futuro del club. Ma il punto è questo: l’allenatore, fin qui, non è stato capace di intervenire con la cura idonea.
ALTO RISCHIO
La Roma e ancora di più Di Francesco, non dovendo più far calcoli dal 27 novembre per andare avanti, avrebbero voluto chiudere la fase a gironi con meno pressione. Entrerà, invece, in campo nel tardo pomeriggio sapendo che Pallotta si attende il riscatto già in Repubblica Ceca. Questione di prestigio e di rispetto. Il Viktoria Plzen, al 46° posto nel ranking Uefa, è terzo nel gruppo G e vuole traslocare in Europa League. Gli basta lo stesso risultato del Cska, impegnato al Bernabeu contro il Real. Ecco perché la partita non avrà niente dell’amichevole. Sarà la numero 100 dei giallorossi in Champions (comprese le 2 del playoff contro il Porto del 2016) e la 109 nella principale competizione continentale (contando le 9 in Coppa dei Campioni).
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