Roma, Spalletti: «Mercato? Abbiamo bisogno di un giocatore pronto. Con la Samp nessun esperimento»

Roma, Spalletti: «Mercato? Abbiamo bisogno di un giocatore pronto. Con la Samp nessun esperimento»
di Gianluca Lengua
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 17:14

È un fiume in piena Luciano Spalletti nella conferenza stampa alla vigilia della partita di Coppa Italia da dentro o fuori contro la Sampdoria. Niente turnover, in campo solo giocatori forti perché: «La Roma deve capitalizzare ogni momento della sua esistenza». L’allenatore torna anche sul mercato spiegando l’esigenza di far arrivare un sostituto di Iturbe. Queste le parole del tecnico

Infortunati. «Juan Jesus è stato un po’ male ieri, Ruediger ha sentito dell’affaticamento muscolare ma oggi si allena regolarmente, Florenzi continua il recupero». 

 



Turnover. «Partiamo male. In Italia ci sono tre titoli e la partita di domani è da dentro o fuori, non è una partita dove puoi fare esprimenti. I giocatori che stanno fuori sono quelli che stanno dentro. Noi abbiamo fatto una rosa un po’ ristretta, ma proprio per far sentire tutti utili alla causa. Io ho alzato un po’ di coppettine e quando le alzi c’è più autostima, ti senti più forte, sicuro. La Roma ha necessità e bisogno di vincere, non per il gusto della vittoria nostro, ma per la sua gente e il movimento d’affetto e sentimento. La Roma deve capitalizzare ogni momento della sua esistenza. La Roma non deve pensare a una bacheca, ma a un movimento continuo che si autoalimenta, questa vittoria ti fa venire la sensazione che puoi vincere anche quella successiva. La definizione di moto perpetuo torna bene, noi non siamo nelle condizioni di arrivare oggi e di dire che domani facciamo giocare quelli che giocano poco. Domani giocano quelli che vincono altrimenti non gioca nessuno. Noi abbiamo bisogno di fare serietà assoluta di ogni secondo della nostra vita per la Roma. Siamo sulla strada giusta, per quanto visto ultimamente».

La Sampdoria. «Questo fatto che ci siano tre squadre staccate permette poi alle altre di stare più tranquille, di fare esperimenti e scelte differenti. Chiunque gioca la Coppa Italia non ha l’assillo di dover far recuperare, non hanno rose al livello di Roma, Juve, Napoli, Inter e Milan. Queste squadre non hanno l’insidia del campionato. Lo avrebbero fatto lo stesso, ma questo dà piccoli vantaggi nelle scelte. La Sampdoria è stata apprezzata da tutti per essere una delle squadre che gioca il miglior calcio. Il suo allenatore è un grandissimo amico. Giampaolo lo conoscono tutti, è una persona che si sa far apprezzare. Gli erano stati messi dei dubbi sulla sua qualità, ma penso che sia fuor di dubbio che sia un allenatore da grande squadra. Se gli verrà data l’occasione di avere una squadra di livello mostrerà tutto il suo lavoro. La partita di campionato con loro è stata difficile, poi c’è stata quella tempesta, ce lo ricordiamo. E’ una partita difficile dove loro metteranno intensità, con pressione continua sul portatore di palla. Poco tempo per pensare a quello che devi fare, non c’è spazio per rendersi conto di quello che può avvenire. Bisognerà essere forti e disponibili alla corsa. C’è da portare a casa il risultato».

Ossessionato dalla vittoria. «Siamo tutti ossessionati dalla Roma e dalla voglia di dare tutto quello che abbiamo alla Roma. Deve essere tutto per lei, perché se lo merita la nostra gente che si aspetta questo. Per essere professionisti fino in fondo deve essere questa la ricerca, per fare passettino dopo passettino e vedere dove ci porta».

Il titolo sulla stagione della Roma. «Ossessione. È la nostra ricerca quotidiana che abbiamo come obiettivo giornaliero. Gli ossessionati, siamo noi. È tutto racchiuso intorno a questo, ce la siamo cercata, dobbiamo sapere assorbirla, dobbiamo per forza evidenziare che siamo il massimo in ogni momento, a tutti e a noi stessi». 

Mario Rui e Alisson. «Alisson gioca perché si merita di giocare e fa vedere di essere nelle condizioni di assicurare il livello di Szczesny. Mario Rui si sta allenando a buoni livelli, c’è solo da valutare la condizione fisica nell’arco di 90’, perché qualche sostituzione la voglio fare durante la partita. Mario Rui o all’inizio o dopo sarà sicuramente della partita. Gli ultimi due giorni ci siamo allenati singolarmente, vedo risultati positivi e penso di metterlo sin da subito. Lui sa fare benissimo il ruolo di Emerson, lì è a casa sua».

Dzeko. «Il problema del minutaggio è un’analisi corretta, il fatto che lo abbia stuzzicato qualche volta è altrettanto vero. Non l’ho mai criticato, ci è rimasto un po’ sorpreso, mi ha chiesto: “Perché quando mi dice che sono magnifico non mi fanno titoli e quando mi dice che sono molle mi fanno tutti i titoli”. Gli ho spiegato che c’è chi fa il tifo per noi, chi fa il tifo per gli altri. Noi abbiamo un contatto bellissimo con tutta la squadra, ma non bisogna accontentarsi. È successo che Dzeko un paio di volte ha giocato partite splendide, a Udine ha sbagliato due occasioni e si guarda a quelle. Il tentativo è di richiamare la squadra a non accontentarsi e ricapitalizzare il possibile che possiamo portare a casa. Racconto una cosa: rientriamo nello spogliatoio lunedì dopo Udine ed ho scritto sulla lavagna da una parte la classifica attuale e dall’altra la classifica con la Roma che aveva pareggiato. Per quelli che si accontentano è uguale, mentre ci sono 50 differenze che io posso elencare. È li che fa la differenza del giocatore che ha carattere e vuole portare a casa quello che gli passa avanti, è lì che il contrasto, il recupero, il pallone che non ho perso mi permette di fare il 51% del possesso palla. Non è un modo di parlare a Dzeko, ma di parlare alla squadra. Lui è un giocatore divino, magnifico, fantastico. Vediamo se domani qualcuno fa il titolo». 

Mercato. «Veniamo criticati perché questa sembra una rosa ristretta, però, poi si dice che è una rosa sufficiente a vincere. Quando si ha la possibilità di gestire settimana dopo settimana mi bastano 15 calciatori, io sto con la società sempre, dico che se ha bisogno di fare qualcosa sul mercato va bene, se c’è la possibilità di mandare un giocatore a giocare va bene. Ma se poi va via qualcuno va sostituito. Noi siamo andati a giocare due partite fondamentali dove mancavano due giocatori nel reparto offensivo. Se dovesse capitare la situazione che si rimette di traverso come quando abbiamo giocato con De Rossi centrale in coppa, sarebbe complicato. Il messaggio non è AAA cercasi apprendista, perché non c’è tempo per lavorarci, noi se abbiamo bisogno di farlo giocare deve giocare e ci deve dare il rendimento. Lui deve essere nell’esasperazione del nostro calcio, dei risultati e nella mentalità di vincere le partite. Musonda che ho detto che l’ho bocciato, non gioca ma può diventare fortissimo. Conte è l’allenatore del Chelsea, dicendo che Musonda non è buono direi che anche Conte non è buono, ma non è così. Come voi vi telefonate, anche noi allenatori ci telefoniamo. Conte di Musonda ne parla in maniera stratosferica ma se lo porti qui a Roma, all’Olimpico, con la necessità di vincere subito potrebbero crearsi problemi. Ci vuole un giocatore pronto, non possiamo perdere un secondo di niente. È questa la differenza nell’avere due punti in più o due punti in meno. Perché se hai due punti in meno, la Juventus è a sei punti e riguadagnarli è ancora più complicato. Per riprendergli sei punti ci vogliono otto partite, quindi questi risultati che abbiamo fatto ultimamente ci aiutano a stare dentro la situazione. Diventa fondamentale qualsiasi risultato e qualsiasi partita e in previsione di questo periodo ho chiesto solo un giocatore perché ne è andato via uno. Io ho sempre detto alla squadra che non mando via nessuno e non viene nessuno. Se viene un calciatore di livello va bene e se è italiano è un valore in più. Gli puoi insegnare qualcosa di teoria, ma la pratica la sa da solo, deve sapersi prendere le sue responsabilità. Si cerca un professionista, poi se ha 18 anni meglio, perché ha prospettiva per il futuro della Roma».

Defrel. «Ci sono calciatori forti in Italia, ma il direttore del Sassuolo ha detto che non è stato mai chiesto. Io non sono quello che devo fare i nomi, c’è un gruppo di persone che lavorano guidate da Massara agli ordini del presidente che deve tirare fuori i soldi. Serve un centrocampista offensivo o attaccante esterno». 

Restare se vince la Coppa Italia. «Del contratto mio non se ne parla più fino a fine anno. Contano i calciatori bravi che hanno nella testa l’obiettivo di portare a casa il massimo». 

Gestione delle forze. «Si cerca di giocare sempre con i migliori, ma di migliori ne abbiamo diversi.
Si pensa sempre di far giocare il calciatore che ti dà più vantaggio, tranquillità e risultato. La conoscenza ora è di più di quella che avevo quando sono arrivato. Bisogna vincere e se non si punta sempre alla vittoria è segno che siamo mediocri e i mediocri nella Roma non ci possono stare».

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