La Croazia supera la Nigeria e va in testa nel gruppo D: 2-0, autorete di Etebo e rigore di Modric

La Croazia supera la Nigeria e va in testa nel gruppo D: 2-0, autorete di Etebo e rigore di Modric
di Redazione Sport
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Sabato 16 Giugno 2018, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 23:29

Con un gol per tempo, un'autorete e un rigore, e senza patire più di tanto, la Croazia batte le Super Aquile della Nigeria e vola in testa al girone D dei Mondiali. Quello visto allo stadio di Kaliningrad non è stato un grande spettacolo, ma l'entusiasmo dei tifosi con maglie biancorosse a scacchi è ugualmente alle stelle, frutto anche di un nazionalismo che viene travasato nel calcio a ogni esibizione di Modric e compagni. Giovedì prossimo ci sarà la sfida con l'Argentina e a quel punto le possibilità di passaggio alla fase successiva delle due nazionali potrebbero già definirsi. Entrate in campo con la certezza di primato nel gruppo in caso di successo, a causa del pari dell'Argentina con l'Islanda, Croazia e Nigeria si sono inizialmente studiate ma poi hanno cercato di affrontarsi a viso aperto. I croati hanno sempre avuto il predominio del gioco, nonostante la difficoltà iniziale nel trovare la via della porta avversaria. Ad essere privilegiata era la soluzione dei tiri da lontano, mentre i nigeriani mettevano inutilmente in mezzo dei palloni che erano sempre 'predà del portiere croato Subasic. Al 32' pt, su azione da corner Rebic colpiva di testa, la palla arrivava a Mandzukic ma a segnare nella propria porta era il centrocampista nigeriano Etebo, che poi si disperava. Incassata la rete, i nigeriani tentavano una reazione, concretizzatasi solo in una conclusione di Iwobi. Nigeria, trascinata da Moses, più intraprendente nella ripresa e comica collisione tra Rebic e Modric che si stavano disputando un pallone. Al 25' st il fallo da rigore su Mandzukic da parte di Troost-Ekong, su cui l'arbitro brasiliano Ricci non aveva esitazioni: penalty, trasformato da Modric con palla da una parte e portiere dall'altro. Il numero 10 veniva poi eletto 'man of the match', mentre Kovacic recriminava su una facile occasione fallita nel finale.

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