ALTO PROFILO
L’esecuzione, qualunque essa sia, inquadra il professionista. Che con la Serbia ha studiato dal suo idolo Mihajlovic e che con il City si è perfezionato accanto ai maestri Mancini e Platt (circa il 40 per cento dei suoi 52 gol li ha realizzati su punizione). E che, calibrando l’alimentazione e la muscolatura, dà più garanzie di quei giovani che spesso in campo hanno la lingua di fuori. Stacanovista al momento giusto. Aleksandar, classe ‘85 (33 anni a novembre), è arrivato in Russia con quasi 5000 (4929) minuti stagionali nelle gambe (con i recuperi li ha superati): 4141 per le 47 partite giocate in giallorosso (34 da titolare in A, su 38, e 1 entrando dalla panchina; 12 su 12, senza mai essere sostituito, in Champions) e 783 per le 9 in Nazionale, compresa l’ultima a Samara, arricchita dal 1° gol in un mondiale (è la sua seconda partecipazione, dopo quella del 2010).
USATO SICURO
La Roma, nell’estate scorsa, lo ha chiamato da Manchester e pagato 5 milioni. Il rendimento stagionale di Kolarov ha esaltato l’operazione di Monchi, sfruttata anche dal ct Krstajic che a marzo lo ha promosso capitano. In Russia lo sguardo va dritto sui campioni già celebrati e sui talenti più gettonati. Così il mondiale farà lievitare i prezzi. Come quello di Milinkovic Savic, il lingotto di Lotito. Ma la quotazione della Serbia sale a Samara per Aleksandar Magno. Comanda lui.
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