I biancorossi, chiamati dai suoi focosi tifosi “Vrateni” (“Fuoco Ardente”), in nome di un nazionalismo molto acceso, sono da sempre la mina vagante del calcio continentale e mondiale. Salvo aver fallito sistematicamente tutti i grandi appuntamenti che contano. «Spero che domani sera ci siano quattro milioni di croati che festeggiano per strada», aggiunge Dalic secondo il quale il sostegno del popolo croato è una delle principali fonti di motivazione della squadra: «siamo orgogliosi della gioia che abbiamo regalato al popolo croato. In Croazia le persone hanno messo da parte i problemi e le difficoltà, mostrando orgoglio e gioia». Per il tecnico della Croazia, l'obiettivo della sua squadra sarà mostrare le sue qualità e rappresentare la nazione «nel modo più dignitoso possibile». «Quella di domani sarà la più grande delle partite - ha detto - sia per i giocatori che per la nostra gente. Siamo pronti a dare tutto e accettare la sconfitta con dignità se sarà necessario».
«La gioia del nostro popolo ci rende orgogliosi. A prescindere dal risultato della finale, domani in Croazia ci sarà un terremoto», ha aggiunto il capitano Modric che glissa quando gli fanno notare che domani oltre alla coppa c'è in palio anche il Pallone d'Oro: «Mi fa piacere che si parli di me al riguardo ma ora sono concentrato sulla finale. Non ambisco ai titoli individuali al momento», ha aggiunto il fuoriclasse del Real che rende merito a Dalic: «Siamo arrivati in finale grazie al nostro allenatore. Lui ha preso in mano la squadra in un momento difficile e ci ha trasmesso la fiducia in noi stessi. Siamo felici di averlo con noi».E già, perchè questo fino ad oggi anonimo tecnico bosniaco ingaggiato da Davor Suker a ridosso del playoff è stato il vero “crac” dei biancorossi, riuscendo a trasformare una banda di talentuosi giocatori in una squadra vera, tendendo a freno temperamenti e caratteri (vedi Kalicic), una squadra che non guarda più alla miscela etnica (su tutti, il portiere-eroe Subasic, originario di Zara e figlio di una croata cattolica e di un serbo ortodosso), alla religione, al passato. In Croazia il Mondiale russo si è trasformato nella festa di tutti, a prescindere da come finirà domani sera.
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