Russia 2018, le lacrime di un campione

Russia 2018, le lacrime di un campione
di Mimmo Ferretti
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Venerdì 22 Giugno 2018, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 16:54

Ci sono lacrime e lacrime, in uno stadio. Vietato generalizzare o ricorrere alle banalità, quando ci sono di mezzo i sentimenti. Quando, cioè, a parlare è il cuore. Si può piangere per un addio, come accaduto il 28 maggio dello scorso anno all'Olimpico di Roma, il giorno del saluto di Francesco Totti al calcio e alla Roma; si può piangere di felicità se/quando si riesce a portare a casa un successo insperato; si può piangere di rabbia, come accaduto ieri a Lionel Messi, per aver preso tre pappine dalla Croazia; e si può piangere anche dopo una vittoria contro la modesta Costa Rica, come ha fatto Neymar. Stremato dallo stress, non certo dalla fatica. La foto del brasiliano inginocchiato al centro del campo, con le mani tra i capelli  e le lacrime a bagnargli il volto, sta facendo il giro del mondo. L'immagine della forza debole di un uomo costretto a vivere oltre i suoi stessi limiti. Non da biasimare, certo; neppure da condannare, forse; sicuramente da comprendere, al di là di tutto. 

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