Serie A, le nuove chiacchiere da "Var"

Serie A, le nuove chiacchiere da "Var"
di Emiliano Bernardini
3 Minuti di Lettura
Martedì 22 Agosto 2017, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 20:14
ROMA Contenti, scontenti, gente che inneggia alla rivoluzione e chi invece non sveste i panni dell'irriducibile polemica. Dopo la prima giornata di campionato gli assidui frequentatori del bar sport, pardon Var sport, si sono schierati come al solito. Era normale aspettarselo. Così come era normale che qualche arbitro reagisse in maniera positiva e qualcun'altro meno. Bisogna partire dal presupposto che la Video Assistant Referee non può essere uno strumento perfetto che annulla tutti gli errori all'improvviso. Chi ha pensato questo non ha capito molto lo strumento. Intanto negli episodi decisivi è stata risolutiva. Immaginiamo il rigore dato al Cagliari per quel fallo subito da Cop, senza moviola non sarebbe stato concesso. Basta questo a decretare l'importanza di un mezzo che sicuramente andrà calibrato e migliorato.
IL RUOLO
Anche l'arbitro Mariani torna sui suoi passi trasformando in rosso il giallo dato inizialmente a Ceccherini sul fallo ai danni di Cutrone. La vera questione allora è: ma così facendo, ossia avendo sempre la scappatoia della moviola, non si rischia di non fischiare più in caso di dubbio? Venendo nello specifico, dopo le polemiche che hanno coinvolto l'arbitro Massa per il gol annullato al Torino per un fuorigioco che non c'era, siamo sicuri che nella prossima gara il fischietto d'Imperia agirà allo stesso modo? I dubbi restano perché ora con i video a bordocampo ogni errore viene rimarcato due volte: ha sbagliato e soprattutto perché non ha rivisto l'azione? Il rischio è che i contatti con la Var diventino così frequenti da produrre una squadra arbitrale senza personalità. Tagliavento, domenica, ha dimostrato che si può avere carattere anche ai tempi della Var. Staremo a vedere perché siamo solo alla prima giornata e bisognerà capire cosa succederà quando il campionato entrerà nella fase clou, oppure quando si chiederà la Var nei minuti di recupero di una partita.
ADDIO COMPENSAZIONE
Ricordate la famosa frase: «Ha compensato l'errore del primo tempo». Quante volte è capitato di dirlo in occasione di una decisione dubbia in favore di una squadra dopo averne presa un'altra che la penalizzava? Ecco, pensiamoci un secondo, ora non succederà più. L'arbitro, nell'era ante-Var, la prima cosa che faceva tornando nello spogliatoio a fine primo tempo era prendere il telefono e chiamare per sapere gli errori commessi. E il peso dello sbaglio poteva rovinare, o peggio, indirizzare il secondo tempo. Ora invece ha la tranquillità di poter avere l'aiuto dall'alto e di ridurre al minimo la percentuale di errore. Niente più rischio compensazione e maggiore serenità per il direttore di gara.
OCCHIO ALL'OROLOGIO
L'altro grande tasto su cui si è battuto molto è quello del tempo perso. Partiamo da un presupposto: quanto tempo perdereste per avere un rigore a favore, prima negato, o magari per vedervi convalidare un gol, che non era stato concesso per un fuorigioco inesistente? Bene, vi siete risposti da soli. Bisogna anche concedere un periodo di ambientamento. D'altronde, anche prima, quando una decisione non era condivisa in campo si creavano dei capannelli intorno all'arbitro che facevano perdere minuti su minuti. Almeno adesso tutto si risolve nel rettangolo verde. Senza più dover sprecare altre ore a vedere e rivedere l'episodio dopo la partita. E spesso senza comunque venirne a capo. La frustrazione massima del dopo gara.
© RIPRODUZIONE RISERVATA