​Totti a Misano per il MotoGp: «Io futuro allenatore della Roma? No, tranquilli». I giallorossi verso l'Atletico Foto

Totti a Misano per il MotoGp: «Io futuro allenatore della Roma? No, tranquilli». I giallorossi verso l'Atletico Foto
di Gianluca Lengua
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Domenica 10 Settembre 2017, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 08:26

Una domenica all’insegna del maltempo in Italia: dalle prime ore della mattina una pioggia battente si è scagliata su Roma, allagando strade e creando numerosi disagi ai cittadini. A Trigoria, dove la squadra giallorossa si allena, i campi sono impraticabili e Eusebio Di Francesco è stato costretto a svolgere una seduta d’allenamento in palestra in vista della partita di martedì contro l'Atletico Madrid. Inoltre la strada che porta al centro sportivo è stata chiusa intorno alle 8.45 all’altezza da via Terranova per la caduta di cavi elettrici. 

TOTTI A MISANO
E mentre nella Capitale si combatte col nubifragio, Francesco Totti è volato a Misano per seguire il Gran Premio di MotoGp: l’ex numero 10 è ospite della Pramac, con lui anche l’attore Keanu Reeves, Marco Materazzi, Alessio Cerci e l’ex campione di Formula 1 Mark Webber. Ci sono anche il Ministro dello Sport, Gianluca Lotti, e il presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Giornata particolare ed esperienza bellissima, solo chi mette piede qui in griglia capisce quali sensazioni particolari si vivono». Su Valentino Rossi: «Mi spiace non averlo incontrato, gli devo anche dare il casco del Mugello...», ha raccontato Totti. «Io futuro allenatore della Roma? No, tranquilli».
 






«ADESSO GIOCO IO»
Dopo un anno a guardare e imparare le dinamiche del calcio italiano, Alisson è stato promosso a portiere titolare della Roma. Il brasiliano ha atteso che Szczesny completasse il suo percorso in giallorosso per poi trasferirsi alla Juventus: «Se non avessi avuto la certezza di giocare, avrei chiesto di lasciare la Roma. Perché questo è l’anno principale della mia carriera - ha detto a al portale Folha -. Non avrei accettato un’altra stagione da riserva, avrei dovuto pensare a me e ai miei obiettivi. Adesso so che tutto dipende da me e dalle mie prestazioni, anche perché nessuno nel Brasile, nell’anno del Mondiale, ha il posto garantito». Il rapporto con l’ex tecnico Spalletti non era dei migliori: «Non mi sentivo a mio agio ad andargli a dire delle cose perché lui aveva scelto di avere due portieri di alto livello e mi faceva giocare nelle coppe.
Ha usato la meritocrazia perché Szczesny aveva fatto bene il primo anno. Fare il portiere in Italia è diverso, in Brasile si punta sulla forza e sull’esplosività, a Roma facciamo più tecnica e lavoro di posizione. Unire le due cose è il massimo».

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