Nella Roma di Pastore non ci sarà Nainggolan

Nella Roma di Pastore non ci sarà Nainggolan
di Stefano Carina
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 07:30
La direttiva del calciomercato che sta portando avanti Monchi è duplice: aumentare il tasso tecnico del palleggio in mediana e regalare di conseguenza più qualità e gol ad una squadra che lo scorso anno ha concluso la stagione con il quinto attacco del campionato (61 reti in 38 gare). Così si spiegano gli arrivi di Cristante e Kluivert ma soprattutto il prossimo acquisto di Pastore. Per il quale c’è stato il via libera di Di Francesco. Il tecnico abruzzese, ieri a Trigoria, ritiene infatti che l’argentino possa giocare tranquillamente sia nel 4-3-3 come mezzala che nel 4-2-3-1 nel ruolo di trequartista dietro Dzeko. Ed è proprio su questa doppia matrice tattica che, almeno in partenza, sarà impostata la Roma della prossima stagione.
 
Quella del 4-2-3-1 è un’opzione in più che l’allenatore, nonostante avesse più volte dichiarato in passato di non gradire particolarmente («Non mi piace tantissimo, perché serve il trequartista puro, non l’attaccante»; rispondendo al possibile impiego di Schick in quella posizione, ndc), è pronto ad adottare con più frequenza, proprio grazie all’arrivo di Pastore. Per l’argentino, raggiunta l’intesa con l’agente Simonian (4 milioni più cospicui bonus), si sta trattando con il Psg. Che parte da una valutazione complessiva del cartellino di 24 milioni. Monchi lavora in queste ore per chiudere a meno.

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Venticinque milioni e due giovani (Zaniolo e uno tra Valietti, Pompetti e Emmers, non Pinamonti per il quale al momento c’è il veto nerazzurro) è invece l’ultima offerta recapitata a Trigoria dall’Inter per Nainggolan che ieri ha smentito («una caz...») una frase attribuitagli («Ci vediamo a Milano»), detta ad alcuni tifosi. Trattativa in dirittura d’arrivo che regalerà quella plusvalenza (il belga ora figura a bilancio a 6 milioni) che Monchi necessitava per sistemare il bilancio, in linea con quanto chiestogli da Pallotta. Anche perché, altre operazioni in uscita, vivono un momento d’impasse. Peres, ad esempio, ancora non accetta la proposta del Torino: ballano 400mila euro lordi. Defrel, a meno d’improvvise accelerazioni, partirà con la Roma in ritiro, per poi valutare alcune offerte (la Sampdoria rimane la favorita, Genoa, Fiorentina e Watford le altre opzioni). Skorupski piace a mezza serie A ma non alle cifre richieste dalla Roma (10 milioni). Timido sondaggio dell’Atalanta per Perotti che tuttavia, forte dell’ultimo rinnovo (percepisce 2,7 milioni più bonus che lo fanno arrivare a 3,2), resterà nella capitale. Stessa piattaforma contrattuale che Monchi è disposto a offrire a Florenzi e al suo agente Lucci, atteso a Trigoria. Il laterale di Vitinia, passato ieri al centro sportivo giallorosso, tuttavia ancora non è convinto: oltre alla distanza economica, c’è un discorso relativo all’impiego e al ruolo che non va sottovalutato. Capitolo Alisson: la trattativa con il Real vive un momento di stand-by che non scalfisce la fiducia degli intermediari sul trasferimento del brasiliano a Madrid.
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