Pallamano, la prima Federazione con tre donne ai vertici: «Un messaggio forte per lo sport»

Da sinistra, Chiara Mirabella, Elisa Santoni, Giovanni Malagò, Francesca Macioce
di Giacomo Rossetti
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Sabato 23 Dicembre 2023, 16:08
L'abbattimento delle barriere di genere passa da piccoli avvenimenti. Nella 1144esima riunione della Giunta nazionale del Coni, Francesca Macioce è stata nominata commissario straordinario della Federazione Italiana Giuoco Handball. Come vicecommissari, Elisa Santoni per la parte sportiva e Chiara Mirabella per l'area legale: mai una federazione sportiva italiana aveva avuto tre donne al vertice.

L'EX CAMPIONESSA

Per anni Santoni è stata sinonimo di medaglia d'oro: l'ex ginnasta ritmica vanta tre successi mondiali con la squadra azzurra (di cui era capitana). Anche da capo struttura Eventi Sportivi Giovanili Internazionali è rimasta una perfezionista. «Nel nostro mondo, tradizionalmente maschile, le donne sono sottorappresentate, sia nelle organizzazioni sportive che a livello federale», spiega. La scelta di avere un vertice tutto al femminile nella Federazione Handball è arrivata dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, e ha «onorato moltissimo» Santoni: «È un forte messaggio all'interno del mondo sportivo italiano afferma - La lotta alla disparità di genere è un processo che avanza lentamente: in alcuni Paesi, penso all'Islanda, alla Svezia e alla Norvegia, tale disparità è minore».

I PREGIUDIZI

In Italia si è consapevoli del problema, «ma tale consapevolezza non si riesce sempre a tradurre in operazioni concrete», aggiunge Santoni. «Bisogna fare in modo che le donne possano ottenere maggiore partecipazione all'interno del mercato del lavoro, creando modelli di ruolo che siano di riferimento e di stimolo per le giovani generazioni». A tal proposito, scuola e istituzioni possono essere di grande aiuto, «per uno sport che significhi integrazione e possa educare all'uguaglianza».
Da ex sportiva di altissimo livello, Santoni ha portato dietro la scrivania alcune caratteristiche che aveva anche in pedana: «Lo spirito di condivisione e la lotta per un obiettivo comune sono valori che ho messo in pratica anche finita la carriera». I «pregiudizi» sono il motivo per cui ancora si vedono poche donne nelle posizioni apicali dello sport azzurro: «Bisognerebbe concentrarsi sulla professionalità e sulla competenza che una donna ha nel rivestire un ruolo. Spesso si collega la donna alle responsabilità familiari, oppure si parla di incompatibilità di lavoro e famiglia: le radici del problema sono molto profonde, servirà tempo per sradicarle».
Macioce, già responsabile anticorruzione del Coni, preferisce non parlare di pregiudizi contro le donne, quanto «di una consuetudine, che però stiamo superando. Attualmente c'è sempre più attenzione verso il linguaggio, con la declinazione di termini al femminile: è importante, ma sarebbe sbagliato focalizzarsi solo su questo, altrimenti ci si perde in discussioni sulla forma».
C'è tutta una parte concreta da mettere in atto: «Alle donne vanno date la fiducia e l'opportunità di mettersi alla prova alla pari degli uomini», prosegue. Non ci sono sport in cui è più facile per una donna fare carriera come dirigente: «Si potrebbe pensare che sia più facile riuscirci in discipline a maggior diffusione femminile, ma sarebbe discriminatorio».

L'ESEMPIO

Uno dei valori dello sport, infatti, è essere giudicati solo per i risultati: «La società deve valutare una donna non perché è donna, ma per i suoi meriti e le sue capacità», aggiunge Macioce. Il Coni, per quanto riguarda la presenza femminile nei quadri dirigenziali, è un esempio, «avendo due vicepresidenti donna, come donne sono il presidente del Collegio dei revisori e il presidente dell'Organismo indipendente di valutazione».
 
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