Le incomprensioni tra tecnico e giocatore risalgono alla passata stagione, quando Mourinho aveva spesso relegato in panchina il francese, criticandolo per lo scarso rendimento. Decisioni che Pogba non aveva mai contestato (almeno pubblicamente), ma che avevano spinto il suo procuratore, Mino Raiola, a cercargli una nuova sistemazione. In mancanza di reali offerte estive, però, Pogba è stato costretto a restare all'Old Trafford. Non certo una scelta, quanto piuttosto una forzatura, come ha spiegato l'interessato dopo l'esordio vittorioso (con gol) contro il Leicester in Premier League, lo scorso weekend. «Se non sei felice, non puoi dare il meglio - le parole di Pogba -.
Ci sono cose che non posso dire, altrimenti verrei multato». Fin troppo evidente il destinatario del messaggio, Mourinho, che non ha tardato a replicargli in maniera stizzita: «Se vuole lasciare il Manchester, chiesa la cessione». Un dissidio che rischia di destabilizzare lo spogliatoio dello United, già scosso dalle tensioni che Mou ha innescato in queste ultime settimane con altri giocatori della rosa (Valencia, Martial). Spettatore interessato di quanto sta succedendo a Manchester è il Barcellona, il club che finora ha dimostrato il maggior interesse per Pogba. Se l'assalto estivo non è andato in porto a causa delle esorbitanti richieste dei dirigenti inglesi, in caso di rottura definitiva tra tecnico e giocatori, alla riapertura del mercato, il prossimo gennaio, la cessione di Pogba potrebbe diventare addirittura inevitabile. Sempre che, nel frattempo, non sia stato Mourinho a fare le valigie: i bookmaker locali continuano ad indicarlo come il più probabile primo esonero della stagione
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