Citato espressamente solo dal vescovo Claudio Cipolla, ma evocato più o meno da tutti, Filippo Turetta è il convitato di pietra della giornata. Detenuto nella casa circondariale di Montorio Veronese, ora l'assassino di Giulia Cecchettin si trova nella terza sezione, "Reparto protetti": in cella avrebbe potuto seguire la diretta televisiva dei funerali. «Ma cercano di non fargli vedere né la tivù né i giornali, o comunque il meno possibile, perché è parecchio in crisi», riferiscono le voci di "radio carcere". E infatti proprio ieri mattina la tv sarebbe rimasta spenta, come quella degli altri detenuti della sezione. E nessuno dei familiari del 22enne ha partecipato alla cerimonia.
I GENITORI
Dopo le prime ammissioni davanti al gip Benedetta Vitolo e la successiva confessione di fronte al pm Andrea Petroni, evidentemente il 21enne sta cominciando a fare i conti con l'enormità del delitto che ha commesso.
L'INCHIESTA
Ieri Padova si è fermata per l'addio a Giulia, ma negli uffici dei pm di Venezia e degli investigatori si è continuato a lavorare: sui prossimi step che aiuteranno a scrivere la verità sul femminicidio della ragazza di Vigonovo e sulla figura di Filippo Turetta, l'ex fidanzato reo confesso dell'omicidio, in carcere dal 25 novembre a Verona dopo essere stato estradato dalla Germania.Dopo l'interrogatorio di garanzia davanti alla gip Donatella Vetuli e quello investigativo del pm Andrea Petroni, titolare del fascicolo per omicidio volontario e sequestro di persona, per aggiungere nuove tessere alle indagini si attende soprattutto l'arrivo in Italia della Fiat Punto nera di Filippo, sotto custodia della polizia tedesca da sabato 18 novembre, quando la fuga si è conclusa su un'autostrada vicino a Lipsia.
L'AUTO
La Fiat sarà riportata in Italia solo dopo il 10 dicembre ma prima di quella data dovrebbe tenersi un summit tra investigatori italiani, tedeschi e austriaci - in quest'ultimo paese sono infatti state segnalate le ultime tracce di Turetta prima dell'arresto - per fare il punto sulle indagini. La vettura è un elemento centrale per la ricostruzione del delitto: è su quella macchina che si è consumata la parte finale dell'aggressione a Giulia, nella zona industriale di Fossò, sabato 11 novembre, verso le 23.30; ed è lì che probabilmente la giovane è stata uccisa con quella coltellata mortale alla base del collo, che in pochi minuti ha provocato la morte per dissanguamento. L'interno dell'auto non è ancora stato analizzato nel dettaglio. Si sa che è stato rinvenuto nell'abitacolo dello scotch del tutto simile a quello del quale era stata repertata una traccia, assieme ad una ciocca di capelli, a Fossò.