La questione è calda, agita gli animi e scontenta un po' tutti. I commercianti che perdono clienti (e guadagni), le associazioni di categoria impegnate in settimane di trattative senza successo, i comitati di quartiere che ritengono l'intervento inutile per riconquistare un po' di pace notturna.
Il tema, annuncia via social l'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Marco Granelli, è il seguente: «Movida. Obiettivo, cercare un equilibrio tra la socialità e il divertimento, la quiete e salute dei residenti e la libera attività economica». Così sono stati messi dei paletti con effetti collaterali che, sostengono i detrattori, ben poco hanno a che fare con la dichiarazione d'intenti: dal prossimo 17 maggio al 4 novembre in dodici zone densamente frequentate nelle ore serali sarà vietato acquistare un gelato o una bottiglietta d'acqua d'asporto dopo mezzanotte.
NUOVE REGOLE
La stretta riguarderà Brera e Ticinese fino alla Darsena, Arco della Pace e Lazzaretto, corso Como e Garibaldi, vie dove i locali si rincorrono.
Mar co Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, è sbigottito: «Impossibile vendere dopo mezzanotte un cono gelato o una bottiglia d'acqua. L'amministrazione comunale si sta rendendo conto di cosa sta facendo?». La sua riflessione è: «Se anche si vieta l'asporto, i ragazzi vanno a comprare le bevande altrove. La soluzione è mettere al punto un provvedimento che impedisce il consumo per strada e organizzare monitoraggi della polizia locale. Ricordo che a Milano la tassa di occupazione del suolo pubblico è aumentata in media del 40% e la pagano i titolari dei locali con tavolini e sedie. Sottrarre loro due ore di lavoro serale mi sembra un sacrificio un po' eccessivo».
DECIBEL
Che ne sarà dell'ordinanza provvisoria? «Il Comune aveva già ascoltato le nostre istanze, ne discutiamo da tempo, presenteremo le osservazioni - anticipa Stoppani - I titolari di pubblici esercizi sono arrabbiati». E per una volta si trovano sullo stesso fronte delle associazioni dei cittadini, altrettanto scettiche sull'efficacia delle misure. Gabriella Valassina è la fondatrice del Comitato Navigli e fornisce una lettura storica del provvedimento di Palazzo Marino: «È conseguenza delle decine di cause in corso intentate dai residenti. Noi da vent'anni ci battiamo affinché la situazione nel quartiere venga regolata e modificata, qui l'invivibilità è totale». chiudere prima non aiuta? «La nostra criticità è l'inquinamento acustico, nel documento non si parla di installazione di rilevatori dei rumori o della dotazione di fonometri alla polizia locale». Sabato scorso Gabriella Valassina è andata in sopralluogo e ha misurato i decibel sui Navigli: 85, ben oltre i 55 della soglia stabilita per legge nelle zone residenziali e superiori anche agli 80 di un concerto allo stadio di San Siro.