Latina, bidello condannato per violenza sessuale su una studentessa 13enne a 6 anni e 3 mesi

Molestò una studentessa di 13 anni che frequentava le medie. La ragazzina dopo un percorso con la psicologa raccontò tutto ai genitori

L’aula di corte d’assise a Latina
di Elena Ganelli
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Sabato 27 Aprile 2024, 06:00

E’ stato condannato a sei anni e tre mesi di carcere il bidello di una scuola media di Latina chiamato a rispondere di violenza sessuale aggravata nei confronti di una studentessa appena 13enne che all’epoca dei fatti frequentava l’istituto dove lui era impiegato.

La sentenza del primo collegio penale del Tribunale di Latina presieduto da Gian Luca Soana è arrivata nella tarda mattinata di ieri a conclusione di una camera di consiglio durata circa un’ora. Prima che i giudici si ritirassero per decidere c’era stata la discussione finale. Il pubblico ministero Marco Giancristofaro nella sua requisitoria aveva sottolineato come la psicologa consulente della Procura avesse confermato lo stress conseguente alle molestie subìte e come lo stesso imputato avesse dichiarato di avere abbracciato la vittima. L’operatore scolastico, 67 anni, era stato arrestato la mattina del 7 ottobre 2022, in pieno orario scolastico, dopo che la 13enne, a distanza di due anni dai fatti e dopo un percorso con la psicologa, aveva raccontato tutto ai genitori che lo avevano denunciato.

Secondo il suo racconto, confermato poi anche in sede di incidente probatorio quando era stata ascoltata in modalità protetta, nel 2019 l’uomo l’avrebbe avvicinata a scuola, in un momento di pausa dalle lezioni e ne aveva approfittato per palpeggiarla nelle parti intime.

Poi un secondo episodio quando l’aveva seguita nel bagno, aveva chiuso la porta e dopo averle preso il viso tra le mani aveva cercato di baciarla. Lei era riuscita a divincolarsi e a scappare. Dopo la denuncia era stato sospeso dal servizio. L’accusa ha quindi chiesto una condanna a sei anni e mezzo di reclusione mentre la difesa, rappresentata dagli avvocati Daniele Giordano e Matteo Restante, ha puntato sul ragionevole dubbio in quanto non sarebbero emersi elementi di colpevolezza certa nelle fasi del processo, chiedendo l’assoluzione piena o con la vecchia insufficienza di prove, oppure la lieve entità del danno provocato alla ragazza con il minimo della pena. L’avvocato Francesco Manchisi, costituitosi parte civile per i genitori della vittima che erano presenti in aula, ha parlato di «atteggiamento predatorio» dell’imputato e ha chiesto che fosse condannato in solido col Ministero dell’istruzione a un risarcimento di 50mila euro oltre che alle spese processuali e ad una provvisionale di 10mila euro per ciascuno dei due genitori. Il Tribunale, accogliendo quasi in toto le richieste dell’accusa, ha condannato il 67enne - che era presente in aula ed è tuttora destinatario di un provvedimento di divieto di avvicinamento alla parte offesa - a sei anni e tre mesi di carcere, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, all’interdizione perpetua da ogni incarico nelle scuole e comunque in occupazioni che comportino contatti con minori. La sentenza prevede anche l’obbligo di tenere informata la polizia dei propri movimenti. Per quanto riguarda il risarcimento del danno sarà valutato in sede civile. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.

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