Ristoratore accoltellato al Lido di Latina: la Mobile cattura l’assalitore

La lite per il conto degenera: vittima colpita all’addome e operata d’urgenza al Goretti

Ristoratore accoltellato al Lido di Latina: la Mobile cattura l’assalitore
di Vittorio Buongiorno
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Venerdì 3 Maggio 2024, 01:55

L’INDAGINE

Lo scenario cambia in una attimo. C’è un prima: ristorante pieno, famiglie con bambini, vociare, risate, insomma un primo maggio al mare di Latina come tanti. E c’è un dopo: insulti, spintoni, un gruppo di persone che si muovono a scatti, vengono alle mani. E poi sangue e urla. E’ successo tutto in una manciata di secondi a Latina Lido. Capitan Vasco è un ristorante che affaccia sul parcheggio Vasco De Gama, il mare non si vede ma è pochi metri. Si sente. Tira vento, piove a sprazzi, un po’ si sta fuori, un po’ dentro. Poi arriva il conto ed è il caos: il ristoratore accoltellato all’addome, l’aggressore in fuga.

C’è una telecamera di sorveglianza che ha ripreso l’epilogo. Immagini sporche, succede tutto sulla destra dell’obiettivo, i protagonisti entrano e escono dalla scena.

Sono cinque persone. Tre cercano di evitare il peggio, o così sembra, almeno. I protagonisti sono due. Un uomo, un quarantenne, giacchetto e camicia: il commensale. E un altro. Camicia azzurra e capelli bianchi: il titolare del locale. L’aggressore lo fronteggia, lo spinge, gli si fa sotto. La telecamera è posta sopra l’uscita posteriore del locale, molte cose più che vederle si intuiscono. La coltellata, soprattutto. Una sola, ma devastante. La lama affonda nell’addome del titolare del ristorante, una ferita profonda e larga, dal basso verso l’alto a quanto pare. Inferta forse da una lama seghettata. Tanto che si ipotizza che il coltello sia uno di quelli in dotazione al ristorante, quelli che vengono dati per mangiare la carne. E’ una ipotesi. Perché fino a ieri gli agenti della Squadra Mobile di Latina che si sono precipitati in via Pantelleria al Lido dopo la segnalazione l’arma non l’hanno trovata.

Arrivano con il 118. Il ristoratore è a terra. La ferita è molto seria. Viene caricato in ambulanza e quando arriva al Santa Maria Goretti finisce diretto in sala operatoria. I medici del reparto di chirurgia intervengono d’urgenza. Il ferito rischia la vita. L’operazione, che dura 4 ore, riesce e viene scongiurato il peggio tant’è che non è neppure necessario ricoverarlo in rianimazione, il ristoratore finisce in un letto del reparto guidato dal primario facente funzioni, Loreto Capuano. La vittima ha avuto fortuna. Pochi centimetri e la coltellata sarebbe stata fatale.

E’ per questo che sull’aggressore pende l’accusa di tentato omicidio. E’ scappato subito dopo il ferimento. Era arrivato al Lido con una tavolata di familiari e amici, una decine di persone. Hanno mangiato, riso, scherzato, bevuto. Poi il disastro. Il motivo? Secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori della Mobile guidati dal vicequestore Mattia Falso, la lite è scoppiata al momento di pagare il conto. La tavolata ha avuto da ridire. Un botta e risposta. Poi la frase: «Ci avete fatto pagare troppo, non torniamo più». La risposta del ristoratore fa perdere la testa a uno dei commensali. La telecamera però ha ripreso solo la parte finale della scena. Quando arrivano gli uomini della scientifica c’è poco da vedere. Un paio di occhiali con la montatura azzurra pestati e schiacciati vicino all’ingresso, tracce di sangue. Niente altro.

Inizia la caccia all’uomo. Un testimone l’ha visto salire su una Fiat 500. E’ riuscito ad annotare alcuni numeri di targa. Il cerchio comincia a stringersi da lì. I poliziotti sanno che devono far presto e vogliono soprattutto risolvere il caso. Da giorni stanno indagando su un altro episodio violento, gli spari esplosi in centro in via don Morosini. E poi c’è stato il ferimento di Sezze. Insomma, Latina e la sua provincia sono sotto i riflettori. Passa qualche ora e c’è la convinzione di aver individuato l’aggressore. La tavolata di amici arrivava da Roma ed è lì che si concentra l’attenzione della polizia. Gli agenti della Mobile con i colleghi romani che lavorano sulla zona di Centocelle fino a stringere il cerchio. Viene individuata l’abitazione ed è lì, in strada, che l’aggressore viene bloccato dagli agenti. Non ha neppure il tempo di provare a reagire.

Vittorio Buongiorno

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