Più di 30 migranti potrebbero essere morti, annegati nell'Oceano Atlantico, a seguito del naufragio della barca con cui tentavano di raggiungere le coste delle Isole Canarie. É quanto sostengono le ong Walking Borders e Alarm Phone, a proposito dell'incidente avvenuto lo scorso mercoledì 21 giugno.
Non ci sono certezze ufficiali ma le autorità marittime spagnole hanno già fatto sapere di aver trovato le prime due vittime: un uomo e un minorenne. Altre 24 persone sono state tratte in salvo, ma si sitima che a bordo ci fossero almeno 60 migranti in totale. Non si hanno notizie delle restanti 28, al momento disperse: per loro potrebbe essere già troppo tardi. La scorsa notte - tra mercoledì 21 e giovedì 22 giugno - le autorità spagnole hanno salvato più di 160 persone, stipate su altre tre imbarcazioni al largo delle isole di Lanzarote e Gran Canaria.
Le responsabilità del naufragio
La barca dei migranti diretti alle Canarie è affondata la mattina di mercoledì 21 giugno, a circa 100 miglia (160 km) a sud-est di Gran Canaria. Un'altra tragedia, dunque, dopo il naufragio del barcone al largo di Pylos (Grecia) la scorsa settimana, in cui sono annegate almeno 80 persone (oltre 500 i dispersi). Un nuovo grave incidente che fa squillare l'ennesimo campanello d'allarme a Bruxelles sulle stragi di migranti in mare.
Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa locale EFE, la nave "Guardamar Caliope" del servizio di soccorso si trovava a solo un'ora di navigazione dal gommone, la sera del 20 giugno, quando è arrivata una prima segnalazione da parte dei colleghi in aereo. Eppure, la Guardamar Caliope non è potutapartire immediatamente alla volta del gommone su cui viaggiavano i migranti. Il motivo? L'operazione di salvataggio era già stata rilevata dai funzionari del Marocco. Ma una prima motovedetta dei marocchini è arrivata sul posto soltanto all'alba di mercoledì mattina, circa 10 ore dopo l'avvistamento del gommone da parte dell'aereo spagnolo.
Le reazioni
«È una tortura per 60 persone a bordo di un gommone, tra cui sei donne e un bambino, aspettare più di 12 ore per un salvataggio», ha detto Helena Maleno Garzon, portavoce e attivista di Walking Borders. Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Angel Victor Torres, presidente della regione delle Isole Canarie, che ha definito l'incidente una "tragedia" e ha invitato Bruxelles a stabilire una politica migratoria che «offra risposte coordinate e di sostegno» al problema delle rotte migratorie.
La rotta della morte
La rotta migratoria Africa occidentale-Atlantico è considerata una delle più mortali al mondo: almeno 543 migranti sono morti (o scomparsi) durante quella tratta nel 2022, secondo i dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite (OIM). Si stima che nello stesso anno solare si siano verificati almeno 45 naufragi, su quella rotta, ma la stessa OIM fa presente che la cifra potrebbe essere sottostimata per l'incompletezza e la scarsità dei dati a disposizione. La maggior parte dei migranti morti in mare provenivano da Marocco, Mali, Senegal, Costa d'Avorio e altre zone dell'Africa sub-sahariana.