Vittima del suo disgraziato incidente nel rally di nel 2011, quando era avviato verso una carriera sfolgorante in F1 (si parlava per lui anche di un interessamento da parte della Ferrari) Robert non si è mai arreso, cercando di tornare nel mondo dei GP, dopo innumerevoli interventi chirurgici e essersi allenato come un forsennato per riprendere il massimo possibile della forma fisica e aver confermato il suo valore nei test effettuati con la Renault e la Williams, dovrà cercarsi un altro posto, probabilmente in categorie diverse. Un durissimo colpo al suo morale.
GIOVANE COPPIA
Sergej Olegovic Sirotkin, russo, 22 anni, formerà dunque con Lance Stroll la coppia più giovane di F1 del 2018 (41 anni in due). Ha portato alla Williams 15 milioni di euro dello sponsor SMP, ricco gruppo bancario nel giro degli oligarchi russi. Quanto basta per rinunciare a Kubica che aveva dalla sua parte solo la bravura e il coraggio. Non si può dire però che Sergej sia proprio un carneade. Sirotkin si era imposto nell'Europeo di Formula Abarth nel 2011 ed è stato abbastanza competitivo in Formula 3 e GP2. Sorte simile a quella di Kobica, anche se diversa valenza, è toccata all'italiano Antonio Giovinazzi che poteva avere una chance con la Sauber. La squadra svizzera ora legata all'Alfa Romeo ha preso Charles Leclerc ma ha dovuto confermare Marcus Eriksson, sponsorizzato dalla multinazionale svedese Tetra Pak. Per il momento Giovinazzi deve accontentarsi del ruolo di terzo pilota per Alfa Romeo e Ferrari.
VALIGIE PIENE
In passato ci furono casi clamorosi di piloti scarsissimi, ma dotati di valige piene di dollari approdati in F1. Il messicano Hector Rebaque era talmente ricco (suo padre prestò dei capitali al governo del suo Paese) negli anni 70 acquistò la Lotus di Mario Andretti e arrivò a formare una propria squadra con John Barnard come progettista e fu compagno di Piquet alla Brabham. L'episodio più eclatante quello dell'israeliano Chanoch Nissany che a 41 anni ebbe una Minardi di proprietà di Stoddart nelle prove del GP d'Ungheria del 2005, ma non riuscì a qualificarsi perché prese 6 secondi di distacco dal compagno di squadra e 13 da Wurz che era stato il più veloce. Sceso dalla macchina disse: «Non riesco a guidarla perchè ha troppo grip, troppa aderenza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA