Motomondiale, Petrucci: «Prima vittoria non è un'ossessione»

Motomondiale, Petrucci: «Prima vittoria non è un'ossessione»
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Mercoledì 10 Gennaio 2018, 16:58
«Lo scorso anno sono arrivato molto molto vicino a vincere, ma non è stata mai un'ossessione quella di vincere cioè 'devo vincere devo vincerè anche perché ho visto che comunque quando sei a lottare per il podio è molto vicina la vittoria quindi l'importante è essere capace di stare lì nei primi 4-5. Poi la differenza la fa delle volte la condizione, il caso, delle volte veramente devi trovarti al posto giusto nel momento giusto». Sono le parole del pilota del Team Octo Pramac Racing, Danilo Petrucci ai microfoni di 'Tutti Convocatì su Radio 24. «Mi viene in mente Assen dove ho perso la gara per un doppiato. Ora ho capito un pò quello che bisogna fare per vincere -prosegue il pilota umbro-, adesso il difficile sarà farlo ed essere un pò più metodici, un pò meno passionali nella guida. Ho sempre un pò di stile ruspante però per fare l'ultimo decisivo scalino, per fare veramente la differenza tutte le gare, devo un pò lasciare da parte l'istinto, devo un pò calmarmi sotto quel punto di vista. Poi per il resto quando c'è da rischiare qualcosa sono sempre pronto, ma devo diventare un pò più tecnico». E sulla prossima stagione, Petrucci dice la sua sulla rosa dei favoriti al titolo in MotoGp. «L'anno scorso nei primi test delle prime tre gare Viñales sembrava imbattibile, sembrava diverso da tutti poi non è chiaro cosa sia successo. Diciamo che all'inizio del campionato solitamente i test lasciano nascoste molte cose. La Yamaha di Rossi e Viñales sono una coppia fortissima, per me Marquez ha qualcosa di più a livello proprio personale, nel senso che al momento sembra che lui non abbia assolutamente paura di farsi male o di cadere diciamo di rischiare oltre il dovuto e l'anno scorso è stato veramente forte, mi ha impressionato perché comunque, nonostante Dovizioso stesse lì, lui ha sempre cercato di dargli lo strappo anche quando non serviva. Marquez lo vedo sicuramente con me come favorito, ma io non elimino quelli che abitualmente arrivano davanti: Dovizioso, Viñales, Rossi, Pedrosa ci metto anche Lorenzo perché rispetto all'anno scorso ha più la moto in mano e poi mi piacerebbe starci anch'io qualche volta tra questi».

Su chi gli piacerebbe battere tra Marquez e Rossi, il pilota italiano chiarisce. «Mi darebbe più gusto battere Marquez perché anche per età siamo vicini e quindi penso che sarà uno di quei problemi che mi porterò avanti per tutta la vita, mentre Valentino tra un pò smetterà e poi il suo l'ha dato, io mi sono trovato a far parte della 'generazione Valentino Rossì che io guardavo in televisione appena nato o quasi e adesso me lo ritrovo a correre insieme quindi per me è una cosa abbastanza particolare, al di là del rapporto che abbiamo fuori dalla pista, Marquez è un avversario che per i prossimi anni monopolizzerà la sfida». E sulla classe infinita del 'Dottorè conclude. «Secondo me Rossi è ancora un vincente, io non so che cosa lui abbia in più dentro che gli si scateni quando comincia la gara. Durante le prove lo vedi spesso, negli ultimi anni, abbastanza in difficoltà, il venerdì e il sabato scatta sempre l'allarme Valentino, poi la domenica parte la gara e te lo ritrovi lì che non si stacca dai primi. Questo è lui, non ci scordiamo che ha 38, 39 anni, non mi ricordo, e c'è ancora una passione incredibile, lui gli dà veramente gusto a salire in moto mettertela a posto, fare questa vita qua che per tanti piloti, e anche delle volte io, non ci rendiamo conto, è molto dura». «Rossi invece l'ha sempre interpretata come la cosa più bella e più divertente che si potesse fare, questo secondo me gli ha permesso di correre tutti questi anni di essere competitivo tutti questi anni, cosa che secondo me sarà difficile rivedere ancora nel futuro. Per lui, quello che per noi è una cosa pesante o difficile, per lui è un challenge, è una cosa che lo stimola ancora di più. Penso che nessuno l'avrebbe fatto dopo essere stato in Ducati, aver preso molti soldi, rimettersi in gioco e andare con la moto del campione del mondo dire 'adesso vediamo se sono ancora capacè. Puoi tifare per Valentino, poi tifare per Marquez o per Lorenzo, per chiunque perché io sono uno di quelli che tifa per tutti perché vedendoli in pista fanno delle cose veramente eccezionali, però io di Valentino apprezzo il fatto che lui non si è mai tirato indietro, dopo la Ducati nessuno glielo avrebbe fatto fare dopo che hai preso tantissimi soldi».
 
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