C'è un altro Schumacher che vince: primo successo di Mick in Formula 3

C'è un altro Schumacher che vince: primo successo di Mick in Formula 3
di Giorgio Ursicino
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Domenica 29 Luglio 2018, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 12:31
Sulle orme del padre. Ieri, sulla mitica pista di Spa, Mick Schumacher ha vinto la sua prima gara di Formula 3. In “gara 3” della tappa belga del Campionato Europeo Fia, il figlio di Michael ha dato spettacolo con diversi sorpassi all’ingresso dell’Eau Rouge, la curva più difficile e spettacolare del Mondiale di F1. Nei giri finali ha infilato i compagni di squadra Armstrong e Shwartzman che gli hanno fatto compagnia su un podio tutto griffato Prema, il super team italiano di proprietà del miliardario canadese Lawrence Stroll, il papà di Lance attuale pilota della Williams-Mercedes.
Mick ha solo 19 anni (è nato il 22 marzo del 1999), ma in un motorsport popolato di baby fenomeni (Stroll a quell’età era già salito sul podio in F1, Verstappen aveva addirittura vinto un gran premio), è già un pilota esperto, avendo iniziato a correre in kart sotto gli occhi di papà Michael nel lontano 2008. Il figlio di Schumi in Formula 4 e Formula 2000 ha già vinto diverse gare (15) e nel 2016 si è piazzato secondo in F4 sia nel Campionato Tedesco che in quello Italiano. La Formula 3, però, è un’altra cosa poiché può essere la porta d’ingresso in F1, visto che tanti campioni hanno già fatto questo salto. Spa, inoltre, ha per gli Schumi un significato molto speciale: oltre a non essere lontana da Kerpen, dove sono cresciuti Michael e suo fratello Ralf, è la pista che il driver più titolato di tutti temi amava di più, quella dove ha scritto i capitoli più belli della sua carriera.

SPETTACOLO A LE MANS
Michael a Spa esordì in F1 quando era già considerato un fenomeno perché aveva dominato in F3, vinto con la Mercedes gare del Mondiale Endurance e conquistato un quinto posto alla 24 Ore di Le Mans. Era il 25 agosto del 1991 e Schumi venne chiamato dallo scaltro Eddie Jordan per sostituire Gachot finito in carcere a Londra. Anche se il suo manager Willi Webber per tranquillizzare l’ambiente raccontava che la conosceva benissimo, Schumacher non aveva mai corso a Spa.
Nonostante questo, e nonostante la Jordan non fosse una Ferrari, il ragazzo riuscì ad ottenere il settimo tempo in qualifica, performance che suscitò l’attenzione di Flavio Briatore che, con una serie di manovre spericolate, lo mise al volante della Benetton nella gara successiva di Monza (nelle tre corse a seguire finì sempre fra i primi sei chiudendo il Campionato al 13° posto).
Il feeling di Schumi con Spa era solo all’inizio, l’anno successivo Michael vinse la sua prima gara in F1 proprio in Belgio: sotto la pioggia riuscì ad avere la meglio su Mansell e Senna che gli erano partiti davanti. Schumi a Spa ha trionfato altre 5 volte, anche se una vittoria gli è stata tolta dopo il podio (1994) per il fondo piatto della sua Benetton troppo consumato. Mick durante il sorpasso al neozelandese Armstrong prima della Eau Rouge o in quello in fondo al rettilineo del Kemmel a Shwartzman avrà forse pensato a papà che in quei posti è entrato nella leggenda. Ad accomunare Michael e Mick, oltre al sorriso radioso, la stella Mercedes sulla tuta, squadra con cui Schumi aveva iniziato e concluso la carriera dopo la straordinaria epopea in Ferrari.

IMPRESA A MONTECARLO
L’ultima grande impresa del campione del mondo, che ha corso con le Frecce d’Argento negli anni precedenti l’inizio della trionfale era ibrida, risale al maggio del 2012, sulle strade del Principato: a 43 anni compiuti il sette volte campione del mondo riuscì a conquistare la pole del Gran Premio di Monaco. Si mise alle spalle giovani talentuosi e già iridati come Hamilton e Vettel.
Michael era un talento puro, Mick è veloce, serio e preparato e costruisce la sua carriera con impegno e dedizione. Schumi conquistò il campionato di Formula Koning vincendo 9 gare su 10 e poi dominò anche quello tedesco di F3. Mick non è ancora riuscito a conquistare un titolo (lo scorso anno all’esordio in F3 è arrivato 12°), ma certo non si arrenderà. Dell’incidente di Michael, con cui stava sciando insieme il 29 dicembre del 2013, non ha mai voluto parlare. Con lo sguardo triste ha detto del papà: «È il mio idolo, il modello da imitare».
Giorgio Ursicino
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